Sui quotidiani è stata trascritta una telefonata, risalente al 16 gennaio 2015, nella quale l’imprenditore parlava della riforma delle Banche Popolari con il suo broker, Gianluca Bolengo, della società Intermonte Sim spa che si occupa dei suoi investimenti, affermando di aver parlato con l’allora premier
La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla presunta fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione di alcuni documenti depositati in Commissione Banche. In particolare nei quotidiani è stata trascritta una telefonata, risalente al 16 gennaio 2015, nella quale l’imprenditore Carlo De Benedetti parlava della riforma delle Banche Popolari con il suo broker, Gianluca Bolengo, della società Intermonte Sim spa che si occupa dei suoi investimenti, affermando di aver parlato con l’allora premier Matteo Renzi (‘Mi ha detto che il decreto passa’). Il reato ipotizzato dalla procura di Roma, a carico di ignoti, è la rivelazione del segreto d’ufficio.
Renzi e De Benedetti si sono difesi sostenendo che non vi sia stato alcuno scambio di informazioni privilegiate durante una telefonata a pochi giorni dal varo da parte del governo del decreto legge sulla riforma delle popolari, dopo la quale l’Ingegnere concordò con il proprio broker l’acquisizione di azioni degli istituti di credito che stavano per essere trasformati in spa, incassando così alcune plusvalenze per 600mila euro. “Tutto quello che ho fatto sulle popolari è pubblico e lecito”, ha detto l’ex premier che rivendica come in quei giorni se ne parlasse anche sui giornali, “perfino – sottolinea – su Repubblica“. E, aggiunge, “se qualcuno ha commesso reati, vedrà la magistratura“.
Che il governo avesse in cantiere un provvedimento sulle banche popolari era cosa nota:”C’era un’agenzia – è la tesi difensiva del segretario del Pd – sul fatto che avremmo fatto quella riforma” e dunque nel corso della telefonata non sarebbe stato svelato nulla di nuovo. Comunque, aveva detto ieri buttando la palla nell’altro campo, occorrerebbe “chiedere a De Benedetti…”.
Sostegno all’azione della magistratura arriva da Michele Anzaldi. “Qualche parlamentare commissione Banche ha dato ai giornali atti secretati? Lo scoprirà Procura – scrive il deputato democratico su Twitter – Grave utilizzo atti riservati, su vicenda archiviata da Consob e da Procura, per polverone da campagna elettorale”. In giornata Renzi era stato attaccato in particolare dai Cinquestelle. “Renzi – ha detto il candidato presidente Luigi Di Maio – ha disonorato le istituzioni e l’istituzione che rappresentava quando era presidente del Consiglio, favorendo uno speculatore e facendogli guadagnare 600mila euro grazie ad un’operazione in Borsa che è stata favorita dalla notizia che il governo stava per fare un decreto legge”. Comincia a “farsi sentire” anche Emilio Carelli, ex direttore di SkyTg24 e futuro candidato alle Parlamentarie del M5s: “Sono rimasto sorpreso – scrive su facebook – che una notizia a mio parere politicamente importante sia stata sottaciuta o quasi ignorata da molti giornali e perfino dall’informazione del servizio pubblico”.