Si è confessato davanti al suo ex compagno di nazionale Olivier Dacourt, raccontando la malattia e il recupero. E ha svelato alcuni dettagli controversi dei suoi mesi più difficili. Eric Abidal, ex calciatore del Barcellona, club con il quale ha vinto 4 volte la Liga e una Champions League, ha spiegato come ha affrontato la battaglia contro il tumore al fegato che lo ha colpito sette anni fa nel reportage “La mia zona d’ombra”, andato in onda su Canal Plus mercoledì sera.

E durante il racconto sono emerse anche le reazioni dei suoi compagni di squadra di allora. “Feci un video prima di una gara per tentare di dare ulteriori motivazioni, dicendogli di non preoccuparsi per me, perché era come se fossi lì con loro – spiega il calciatore originario della Martinica davanti alle telecamere – Sapete cosa mi rispose Messi? Di non mandare più certe cose, perché così facendo avrei ottenuto l’effetto contrario. Io pensavo di avere un bell’aspetto e quindi dicevo: “Forza ragazzi”. Ma loro mi vedevano come un cadavere e questo li rendeva tristi”.

La battaglia, il difensore francese, l’ha poi vinta ed è tornato a giocare a calcio dopo una prima operazione e poi ancora in seguito al trapianto di fegato, donato dal cugino Gérard nel 2012. “Avevo questo dolore che non avevo mai sentito in tutta la mia vita. Era insopportabile, come un coltello che lentamente s’infila in una ferita aperta – ha spiegato a Dacourt – Quando il medico mi disse che avrei dovuto fare un’ altra operazione, paradossalmente ero felice”.

Tra coloro che lo andarono a trovare durante la degenza, ricorda Abidal, c’è Thierry Henry, allora sotto contratto con i New York Red Bulls. Il difensore era ricoverato proprio in una clinica della Grande Mela: “Quando lo vidi in fondo al corridoio cominciai a piangere. Non volevo che mi vedesse così, ma mi faceva davvero tanto piacere che fosse venuto a trovarmi”.

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