La legge Fornero è da cancellare solo in alcune parti. L’obiettivo è portare il centrodestra al 45 per cento, ma se servissero, le larghe intese, si potrebbero anche fare, o forse no, a meno che non si verificasse uno “scenario del tutto irrealistico”. Silvio Berlusconi continua a mostrare l’altra faccia della medaglia della coalizione. E protrae il valzer di smentite tra quello che promette la Lega e quello che invece sarebbe nei piani dell’ex premier, a partire dalla Legge Fornero. Berlusconi ripete un concetto già espresso nei giorni scorsi anche se in modo meno netto: “Abbiamo approfondito l’argomento con i nostri economisti – dice a Porta a Porta – alcune cose vanno mantenute come sono, con l’età per andare in pensione. Crediamo che sia corretto che salga, ma con il sistema contributivo vogliamo togliere ogni limite quindi se uno vuole andare a 50 anni prende la pensione per quello che ha versato”. Una presa di posizione non da poco. Non è che dopo il voto comincia a litigare con Matteo Salvini? gli chiede Bruno Vespa: “Salvini è una persona di assoluta responsabilità” risponde lui. Ma secondo il leader della Lega gli accordi stabiliti ad Arcore erano altri. “Ho chiesto a Berlusconi un impegno su alcuni punti irrinunciabili. Il primo è la legge Fornero che va cancellata“, ha detto a Quinta Colonna.
Che si parli di Fornero o di vaccini obbligatori, nel centrodestra continuano le smentite. Ma è anche lo stesso Berlusconi a dover correggere se stesso. Era già successo con il Jobs Act, è ricapitato con le larghe intese. Ospite da Vespa, l’ex premier si è detto convinto che “il centrodestra avrà una maggioranza ben superiore al 40 per cento per governare”. “Ove si verificasse ma io non credo – aggiunge però dopo – c’è un solo modo e cioè che si possa combinare un accordo tra il centrodestra e le altre forze politiche, parlo esclusivamente della sinistra e cioè che quest’ultima accettasse in toto il nostro programma, se lo firmasse accadrebbe in Italia quello che accade in Germania e quindi si potrebbe andare a realizzare il nostro programma con il sostegno anche di un’altra forza politica”.
Finita la registrazione, è arrivata la precisazione in una nota diffusa dalla Segreteria del Presidente di Forza Italia: “Le affermazioni del Presidente Berlusconi nel corso della trasmissione Porta a Porta non sono in alcun modo da intendere come una manifestazione di disponibilità a formule di Governo diverse dalla coalizione di centro-destra. Il Presidente ha soltanto risposto ad una domanda su un ipotetico scenario post-elettorale nel quale non ci fosse una maggioranza parlamentare certa. In quel caso – ha spiegato Berlusconi- se i partiti della sinistra convergessero interamente sul nostro programma, cosa praticamente impossibile, non rifiuterebbe il loro sostegno al governo. Naturalmente si tratta di uno scenario del tutto irrealistico, come il Presidente ha avuto modo di spiegare durante la trasmissione”.
“Il successo di Forza Italia e della coalizione è sempre più certo e consentirà un governo coeso e stabile per cinque anni di legislatura”, conclude la nota. E d’altra parte Berlusconi ci crede. Sempre a Porta a Porta ricorda, per esempio che all’inizio della campagna elettorale il suo partito “era al 12 per cento ora è al 18, il mio obiettivo è portare la coalizione del centrodestra al 45%”. Ma i toni più aggressivi li usa quando indica come nemico pubblico numero uno il Movimento Cinque Stelle: “In Italia un partito ribellista come il M5s ha raggiunto percentuali rilevanti e nel mondo si guarda a questa situazione con orrore“.