È stata confermata dalla Corte dei Conti, con il rigetto dell’appello presentato dalla procura regionale del Friuli Venezia Giulia, l’assoluzione dell’ex presidente Riccardo Illy e della Giunta da lui presieduta nella causa legata alla cessione dell’ex caserma della Guardia di Finanza di Tarvisio (Udine). La Procura regionale in primo grado aveva citato in giudizio l’esecutivo, stimando un presunto danno erariale in 194mila euro, reputando il prezzo di vendita della caserma eccessivamente basso. Oltre a Illy, le persone citate dalla magistratura contabile erano stati gli allora assessori Augusto Antonucci, Ezio Beltrame, Enrico Bertossi, Roberto Cosolini, Franco Iacop, Enzo Marsilio, Gianfranco Moretton, Gianni Pecol Cominotto e Lodovico Sonego.
L’edificio – di cui era stata deliberata dalla Giunta la cartolarizzazione il 26 marzo 2004 – era stato ceduto per conto della Regione dalla società Prima all’impresa Steda per 295 mila euro nel 2008, dopo cinque aste andate deserte. La Procura Regionale aveva ipotizzato la violazione della legge regionale 57 del 1971, sostenendo che la Giunta non aveva previsto una soglia minima di ribasso per la trattativa privata, e aveva fissato un prezzo troppo basso, ritenendo che la caserma dovesse venire venduta a 489 mila euro, pari al 15% dell’ultima base d’asta. Il danno ipotizzato per la Regione FVG era stato calcolato quindi in 194 mila euro. La Sezione regionale nel novembre 2010 aveva invece assolto tutti non ritenendo il loro comportamento “gravemente dannoso”.
L’appello della magistratura contabile FVG è stato respinto dalla seconda sezione d’Appello della Corte, in particolare perché la legge regionale del 1971 non prevedeva una disciplina per le cartolarizzazioni, giunta 31 anni dopo nel 2002, e soprattutto il ricorso a società esterne (come la ‘Primà) per permettere di incassare subito i proventi. Su questo tema, la sentenza pubblicata oggi è di diverso avviso rispetto a una precedente e parallela della prima Sezione d’appello della Corte dei Conti emessa nel 2014 per una vicenda simile che vedeva accusata sempre la giunta Illy, e che aveva invece ribaltato l’assoluzione del primo grado.