Uno studio commerciale di Milano forniva ai propri clienti un pacchetto “all inclusive” per evadere le tasse. Completo di notaio, domiciliazione fittizia in un virtual office, prestanome, tenuta della contabilità, assistenza nell’emissione di false fatture e altrettanti falsi modelli di versamento F24. Insomma, tutto il necessario per evadere le tasse attraverso società off-shore. Una maxi frode da 1,4 miliardi di euro, che ha visto indagate 84 persone: 17 sono state arrestate, otto in carcere e nove ai domiciliari. Per altre 8 è scattato l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Il titolare dello studio, morto durante le indagini, era “ministro del Governo di Antarcticland“, paradiso fiscale nell’Antartide in uno Stato mai riconosciuto. Ma nel mirino degli inquirenti è finito comunque il figlio, arrestato oggi. Delle 176 società clienti, i cui veri amministratori sono quasi tutti bresciani, principalmente dell’area di Palazzolo, Orzinuovi, Castrezzato, Rovato, Chiari e della bergamasca, 132 sono risultate fittiziamente domiciliate e 164 hanno annotato fatture false, illecite compensazioni e nascosto la contabilità aziendale. In un caso l’indirizzo di una società coincideva con la sala comandi della Stazione ferroviaria di Rovato, nel Bresciano.
Le indagini sono partite da una segnalazione della Guardia di Finanza di Chiari che, con la Procura di Brescia, ha portato avanti una complessa indagine nel settore dell’edilizia. Sono ancora in corso le perquisizioni e i sequestri dei beni: al momento sono state eseguite 25 misure di custodia cautelare eseguite nelle province di Brescia, Bergamo, Parma, Varese e Lodi e sono stati confiscati beni per oltre 180 milioni di euro. Sono stati confiscati 58 veicoli, 199 immobili e 22 terreni, tutto dislocato in una ventina di Comuni tra le province di Genova, Cremona, Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Varese, Verona e Catania.
Gli inquirenti hanno dimostrato l’esistenza di una serie di “reiterate condotte fraudolente” da parte di consulenti che hanno fornito ai propri clienti una vera e propria assistenza frodatoria fiscale e previdenziale. “Gli imprenditori edili cercavano volutamente questo studio perché sapevano che potevano pagare poco o addirittura nulla allo Stato” ha spiegato il comandante della Guardia di Finanza di Brescia, Salvatore Russo.
“Indagini come queste hanno una valenza sociale perché viviamo in una realtà che chiede ai cittadini sacrifici e poi ci troviamo davanti a professionisti che tradiscono il loro mandato agendo contro gli interessi della collettività” ha commentato il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno. I reati contestati a vario titolo sono numerosi: dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, indebita compensazione, truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, impiego di denaro, beni od utilità di provenienza illecita, sostituzione di persona, falsa dichiarazione ad un pubblico ufficiale sulla propria od altrui identità e, soprattutto, l’associazione a delinquere a carico dei responsabili dello studio e dei loro prestanome.