“La nostra Club House non esiste più. Un incendio doloso appiccato stanotte l’ha completamente distrutta. Sono andati perduti dieci anni di ricordi, trofei, l’intero patrimonio della Librineria, tantissimi cimeli accumulati in questi anni, il materiale tecnico e medicale, la cucina, tutto, tutto distrutto dall’incendio”.
Questo è l’incipit del post di stanotte dei “Briganti di Librino” che hanno denunciato sulla loro pagina Facebook l’incendio della sede nel quartiere periferico di Catania. La storia di questa società di rugby inizia nel febbraio 2006 e si prefigge l’obiettivo di portare avanti delle attività mirate a favorire i minori di un popoloso quartiere “a rischio” della città di Catania, Librino appunto. In più di dieci anni l’obiettivo è stato raggiunto, quotidianamente, strappando i ragazzi, anche e soprattutto minori, al disagio, alla criminalità, allo sfruttamento del lavoro minorile. Inclusione sociale grazie alla palla ovale potremmo dire ma anche la biblioteca ha il suo potere di convincimento fra i giovani che potevano usufruire della Librineria, anch’essa bruciata.
Ma i Briganti, davanti alle ceneri provocate da questo incendio, pare doloso, hanno già reagito “neppure il fuoco ci può fermare… il FUOCO è vita. Le nostre attività politiche, sociali e sportive continueranno e saranno ancora più esplosive” annunciano. Sindaco e istituzioni locali sono già a fianco dei Briganti, significa essere a fianco del quartiere intero che, ironia della sorte, riceverà la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio il 16 gennaio. Accanto alla club house distrutta si trovano gli orti sociali del quartiere dove è prevista una tappa del Presidente. Mattarella non potrà non rivolgere uno sguardo, un pensiero a questa squadra, guardando il campo a fianco, il San Teodoro, dove invece che orti si è seminata tanta solidarietà.
Ora che mancano le maglie, i palloni, i documenti sportivi, tornare in campo nell’immediato sarà difficile: la società sta valutando se e come andare avanti. I Briganti di Librino sanno che da soli non è semplice centrare anche questa meta. Un modo, l’unico modo per sperare è racchiuso in una frase di un rivoluzionario cubano che campeggia sul loro sito ufficiale, proprio sotto il bottone delle donazioni: “Il miglior modo per dire è fare”.