Detrazioni Irpef sui lavori, bonus per migliorie energetiche (ecobonus), agevolazioni per interventi anti-sismici e vantaggi fiscali su rifacimento di giardini e terrazzi. Sono questi gli strumenti che l’esecutivo Gentiloni ha messo in campo per invogliare gli italiani a ristrutturare casa nel 2018. Ma non bisogna mai dimenticare che i benefici fiscali sono spalmati su dieci anni, mentre le uscite per le ristrutturazioni sono effettuate in tempo reale. Non a caso diverse banche e finanziarie hanno sfornato mutui e prestiti ah hoc per il finanziamento dei lavori di ristrutturazione.
Agevolazioni sulle ristrutturazioni ed ecobonus restano i due maggiori incentivi. Potranno sfruttarle non solo proprietari degli immobili, ma anche inquilini, coloro che hanno l’immobile in comodato, condomini di uno stesso immobile (pro-quota), familiare convivente o convivente more uxorio. Ma con aliquote differenti a seconda del tipo di intervento e massimali di spesa ben definiti. Il pagamento dei lavori dovrà avvenire via bonifico bancario o postale “parlante” in cui dovranno essere indicati la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita Iva o il codice fiscale del destinatario del versamento. Nel caso poi dell’ecobonus bisognerà anche trasmettere all’Enea via raccomandata una copia dell’attestato di certificazione e una scheda informativa sugli interventi realizzati entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Si potrà comunque fruire dell’agevolazione anche se l’intervento ancora non è stato ultimato. A patto di avere il certificato di asseverazione con una stima dei valori di prestazione energetica dei componenti su cui si interviene e salvo poi inviare la documentazione al termine della ristrutturazione.
Per il 2018 è confermata la detrazione Irpef (50%) sui lavori di ristrutturazione. Ma solo fino a un massimo di 96mila euro per appartamento. Gli interventi edilizi potranno riguardare l’eliminazione di barriere architettoniche, la prevenzione di rischi di furti con l’installazione di porte blindate o grate alle finestre, la cablatura di edifici, la bonifica dell’amianto, la riparazione di impianti vecchi e anche interventi di miglioramento energetico. Per i lavori avviati nel 2017, il contribuente potrà anche sfruttare la detrazione del 50% su acquisto di nuovi arredi ed elettrodomestici per un importo massimo di diecimila euro. Il bonus mobili vale però solo all’interno di più ampi lavori di ristrutturazione e non anche semplicemente per rinnovare l’arredo. Inoltre è escluso nel caso di ecobonus. Scompare anche il bonus mobili 2017 destinato alle giovani coppie under 35 anni.
Più leggere alcune detrazioni per l’ecobonus. La manovra ha rinnovato l’incentivo fiscale (Irpef e Ires) per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica di singoli appartamenti (per tutto il 2018) o interi condomini (fino al 2021). L’agevolazione è fissata al 65% per le spese che riguardano interi edifici che potranno anche avvantaggiarsi di una maxidetrazione (80 o 85%) per lavori combinati antisismici e di efficientamento energetico. Tuttavia nel 2018, il bonus Irpef scenderà dal 65% al 50% su alcuni interventi molto comuni nelle singole abitazioni: è il caso di acquisto e posa in opera di finestre (infissi inclusi), di schermature solari e di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione o alimentati da biomasse combustibili (fino a 30mila euro). In compenso, restano voci più “fiscalmente interessanti” (65% di detrazione) come acquisto e posa di micro-cogeneratori (fino a 100mila euro) in sostituzione di impianti esistenti. E poi ancora sostituzione di scaldacqua tradizionali con quelli a pompa di calore, coibentazioni di strutture opache, installazione di pannelli solari e dispositivi multimediali per il controllo da remoto. Chi sceglierà di avvalersi dell’ecobonus dovrà comunque restare all’interno di massimali di spesa diversi a seconda del tipo di intervento secondo l’indicazione dei decreti attuativi ah hoc in via di pubblicazione.
Se l’Irpef annua versata è inferiore alla detrazione, parte del bonus va in fumo. Come ha precisato lo scorso anno l’Agenzia delle entrate, “l’agevolazione è ammessa entro il limite che trova capienza nell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi. In sostanza, la somma eventualmente eccedente non può essere chiesta a rimborso”. Se quindi, ad esempio, la detrazione annua è di 1.200 euro, ma l’Irpef trattenuta dal sostituto d’imposta o comunque da pagare con la dichiarazione dei redditi ammonta a 1000 euro, la differenza di 200 euro va persa: l’importo eccedente non può infatti essere richiesto a rimborso né può essere conteggiato in diminuzione dell’imposta per l’anno successivo. In caso di grandi lavori, meglio quindi verificare prima, conti alla mano, cosa conviene fare.
Fra le novità della manovra 2018 c’è la possibilità di cedere l’ecobonus a fornitori o banche. Tutti i contribuenti, sia singoli che condomini, potranno trasferire il credito per la ristrutturazione energetica ai fornitori che hanno effettuato gli interventi. In alternativa è anche possibile la cessione del credito a banche o intermediari finanziari con la facoltà di cederlo ulteriormente. Quest’ultima opzione è una strada percorribile anche per i contribuenti incapienti, che cioè chiuderanno il 2017 con un reddito inferiore a 8mila euro. In questo modo, chi non ha sufficiente liquidità per i lavori potrà “pagare” parte dell’importo direttamente con la detrazione e potrà contare sulla garanzia di un fondo ad hoc con una dotazione da 50 milioni all’anno fra il 2018 e il 2020 nelle modalità che verranno indicate in decreti ad hoc. Grazie a questo intervento, il governo spera di attivare fino a 600 milioni di lavori di ristrutturazione energetica degli edifici. Tuttavia resta il fatto che chi decide di lanciarsi nei lavori dovrà farsi bene i conti in tasca dal momento che dovrà sborsare in contanti la metà dell’importo. Senza contare che la cessione del credito Irpef non è gratuita: banche e intermediari chiedono commissioni e propongono spesso associati formule di prestiti, non sempre a buon mercato, per finanziare i lavori. Attenzione quindi ad evitare di sovraindebitarsi per cogliere al volo l’occasione delle detrazioni.