Più post di amici e familiari, meno notizie, contenuti e video condivisi dalle pagine di giornali e aziende. Facebook aggiorna il News Feed, l’algoritmo che decide cosa farci vedere quando sul nostro smartphone o pc scorriamo la bacheca del social network. L’azienda di Mark Zuckerberg ha deciso di dare la priorità ai post che “generano conversazioni e creano interazioni significative tra le persone”. “Per farlo – spiega Facebook – cercheremo di prevedere quali sono i post su cui le persone potrebbero voler interagire di più con i propri amici, e mostreremo questi post più in alto nel feed”.
Quindi in alto vedremo per primi i post di amici che “chiedono un consiglio“, che cercano “suggerimenti per un viaggio“. Ci sarà spazio anche per articoli o video, ma solo a patto che possano stimolare “molte discussioni”. E su questo fronte, Facebook è chiaro: “Mostrare più contenuti di amici e familiari e aggiornamenti che generano conversazioni significa che mostreremo meno contenuti pubblici, inclusi video e altri post di editori e aziende”.
La conseguenza è evidente, nemmeno il social network la nasconde: le pagine “potrebbero assistere ad un calo della loro reach, della durata delle visualizzazioni nei video e del traffico“. D’altronde è Facebook che comanda e decide come aggiornare il primo algoritmo. L’impatto della modifica “varierà da pagina a pagina“, spiega l’azienda di Zuckerberg, a seconda di fattori come “il tipo di contenuti prodotti e il modo in cui le persone interagiscono con questi contenuti”.
“Anche se in questo momento è difficile sapere con precisione quali saranno gli impatti sull’esperienza delle persone, è probabile che questa situazione avvantaggerà quei brand che sviluppano contenuti e campagne con una logica ‘social’, partendo insomma da idee di cui le persone vogliono parlare, di cui vogliono fare parte e con cui vogliono interagire. Torna, infatti, a essere ancora più importante l’interazione delle persone con i contenuti e saranno favoriti quei contenuti che attivano una conversazione”, spiegano Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava, i tre amministratori delegati di We Are Social.
Secondo gli esperti, ci sarà probabilmente un vantaggio “per tutte le strategie di influence marketing che non si basano solo sulla diffusione di un messaggio esclusivamente tramite l’acquisto di spazi media, ma che invece privilegiano una conversazione ‘organica’ e spontanea, grazie alla validità di ciò che propongono”. “È evidente – proseguono – come saranno più limitate le possibilità di chi utilizzerà messaggi e tattiche che favoriscono solamente la fruizione passiva di un contenuto e l’interruzione delle esperienze”. Chi invece, sostengono i tre ceo di We Are Social, avrà “interazioni più profonde e più significative grazie alla propria creatività social”, non per forza subirà “impatti negativi da questi cambiamenti”.