Rifiuti ospedalieri trasportati con i camion di Raffaele Vrenna e interrati vicino a una scuola elementare. Monnezza e ‘ndrangheta, un binomio imprescindibile tanto per la cosca dei “cirotani” quanto per le altre famiglie mafiose calabresi. Non ci sono solo i rifiuti dell’Ilva di Taranto nelle carte dell’inchiesta “Stige”, condotta dai carabinieri del Ros con il coordinamento della Dda di Catanzaro.
Nell’ordinanza di custodia cautelare, che martedì ha portato all’arresto di 170 persone della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina, il gip Giulio De Gregorio ha inserito anche alcuni verbali di collaboratori di giustizia che hanno consentito al procuratore Nicola Gratteri, all’aggiunto Vincenzo Luberto e ai pm Domenico Guarascio, Fabiana Rapino e Alessandro Prontera, di aprire uno squarcio sugli affari della ‘ndrangheta crotonese.
Tra i pentiti c’è anche Vincenzo Marino, fino al 2007 organico della cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura padrona incontrastata di Crotone. La sua attendibilità – scrive il gip – “veniva positivamente valutata da diversi giudici e tra questi quelli del Tribunale di Catanzaro nell’ambito del processo ‘Scacco Matto’”.
Il 25 settembre 2015, Marino è di nuovo davanti ai pm di Catanzaro e a loro “riferiva dell’esistenza di un legame tra la sua cosca e quella dei cirotani”. In particolare, il pentito ha raccontato “l’ingerenza della cosca cirotana in diversi ambiti imprenditoriali con la ‘creazione’ di monopoli per il tramite della carica di intimidazione”.
Oltre che su una “grossa estorsione” ai danni di un imprenditore che a Crotone “stava costruendo la caserma dei vigili del fuoco” e su “un grosso traffico di stupefacenti” gestito “con Peppe Spagnolo e Martino Cariati”, prima che l’interrogatorio si concludesse, Vincenzo Marino si è soffermato su un giro di “rifiuti ospedalieri” che partivano da Cosenza. Ed è a questo punto che il pentito fa il nome dello storico presidente del Crotone Calcio Raffaele Vrenna, dimessosi lo scorso marzo, già assolto in Cassazione per associazione mafiosa, estorsione, corruzione e voto di scambio (nell’ambito dell’inchiesta “Puma”) e più recentemente, in primo grado, dall’accusa di intestazione fittizia.
“Con i cosentini, in particolare, con tale Bella Bella un ragazzo distinto che parlava sempre in italiano, ho gestito un traffico di rifiuti ospedalieri – fa mettere a verbale Marino – I rifiuti provenivano da Cosenza, ho incontrato questo ragazzo in una stazione di servizio carburante sita in territorio sibaritide. I rifiuti venivano presi in carico dai camion delle impresa di Raffaele Vrenna e scaricati in Crotone nei pressi della scuola elementare, vicino a casa di Pino Vrenna”. Quest’ultimo era il boss di Crotone che, nel 2010, ha saltato il fosso e ha iniziato a collaborare con la giustizia.
“Ho solo accennato a queste vicende – conclude il pentito Marino che, rivolgendosi ai pm, li ha invitati a verificare – Se scavate potete trovare ancora oggi qualcosa. Sono disponibile ad effettuare un sopralluogo per indicare il posto dove sono stati interrati i rifiuti”.
Mafie
‘Ndrangheta, “rifiuti ospedalieri portati con camion dell’ex presidente del Crotone Vrenna e interrati vicino a una scuola”
Nelle carte dell'inchiesta Stige, il pentito Vincenzo Marino, ritenuto "attendibile", ricorda che gli scarti provenivano da Cosenza e venivano interrati a Crotone nei pressi di un istituto elementare: "Disponibile a un sopralluogo per indicarvi dove sono". Il trasporto, secondo il suo racconto, avveniva attraverso l'impresa dello storico presidente del Crotone Calcio, assolto in passato per associazione mafiosa
Rifiuti ospedalieri trasportati con i camion di Raffaele Vrenna e interrati vicino a una scuola elementare. Monnezza e ‘ndrangheta, un binomio imprescindibile tanto per la cosca dei “cirotani” quanto per le altre famiglie mafiose calabresi. Non ci sono solo i rifiuti dell’Ilva di Taranto nelle carte dell’inchiesta “Stige”, condotta dai carabinieri del Ros con il coordinamento della Dda di Catanzaro.
Nell’ordinanza di custodia cautelare, che martedì ha portato all’arresto di 170 persone della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina, il gip Giulio De Gregorio ha inserito anche alcuni verbali di collaboratori di giustizia che hanno consentito al procuratore Nicola Gratteri, all’aggiunto Vincenzo Luberto e ai pm Domenico Guarascio, Fabiana Rapino e Alessandro Prontera, di aprire uno squarcio sugli affari della ‘ndrangheta crotonese.
Tra i pentiti c’è anche Vincenzo Marino, fino al 2007 organico della cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura padrona incontrastata di Crotone. La sua attendibilità – scrive il gip – “veniva positivamente valutata da diversi giudici e tra questi quelli del Tribunale di Catanzaro nell’ambito del processo ‘Scacco Matto’”.
Il 25 settembre 2015, Marino è di nuovo davanti ai pm di Catanzaro e a loro “riferiva dell’esistenza di un legame tra la sua cosca e quella dei cirotani”. In particolare, il pentito ha raccontato “l’ingerenza della cosca cirotana in diversi ambiti imprenditoriali con la ‘creazione’ di monopoli per il tramite della carica di intimidazione”.
Oltre che su una “grossa estorsione” ai danni di un imprenditore che a Crotone “stava costruendo la caserma dei vigili del fuoco” e su “un grosso traffico di stupefacenti” gestito “con Peppe Spagnolo e Martino Cariati”, prima che l’interrogatorio si concludesse, Vincenzo Marino si è soffermato su un giro di “rifiuti ospedalieri” che partivano da Cosenza. Ed è a questo punto che il pentito fa il nome dello storico presidente del Crotone Calcio Raffaele Vrenna, dimessosi lo scorso marzo, già assolto in Cassazione per associazione mafiosa, estorsione, corruzione e voto di scambio (nell’ambito dell’inchiesta “Puma”) e più recentemente, in primo grado, dall’accusa di intestazione fittizia.
“Con i cosentini, in particolare, con tale Bella Bella un ragazzo distinto che parlava sempre in italiano, ho gestito un traffico di rifiuti ospedalieri – fa mettere a verbale Marino – I rifiuti provenivano da Cosenza, ho incontrato questo ragazzo in una stazione di servizio carburante sita in territorio sibaritide. I rifiuti venivano presi in carico dai camion delle impresa di Raffaele Vrenna e scaricati in Crotone nei pressi della scuola elementare, vicino a casa di Pino Vrenna”. Quest’ultimo era il boss di Crotone che, nel 2010, ha saltato il fosso e ha iniziato a collaborare con la giustizia.
“Ho solo accennato a queste vicende – conclude il pentito Marino che, rivolgendosi ai pm, li ha invitati a verificare – Se scavate potete trovare ancora oggi qualcosa. Sono disponibile ad effettuare un sopralluogo per indicare il posto dove sono stati interrati i rifiuti”.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".