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Assange “non si lava”: per questo l’Ecuador lo vorrebbe far uscire dalla sua ambasciata a Londra

L'International Business Times riferisce delle molte lamentele del personale dell’ambasciata ecuadoriana dove il 46enne risiede dal 2012. Uno dei suoi più stretti collaboratori dice: "Julian mangiava con le mani che poi si puliva sui pantaloni. Non ho mai visto pantaloni unti come i suoi in tutta la mia vita"

di F. Q.

Julian Assange “non si lava”. Secondo quanto riferisce Fox News, è questo uno dei motivi dietro i recenti tentativi dell’Ecuador di far uscire il fondatore di Wikileaks dall’ambasciata di Quito a Londra, dove è rifugiato da cinque anni. L’emittente americana cita l’International Business Times e riferisce delle molte lamentele del personale dell’ambasciata ecuadoriana dove il 46enne risiede dal 2012 per sfuggire all’estradizione verso la Svezia. “Julian mangiava con le mani che poi si puliva sui pantaloni. Non ho mai visto pantaloni unti come i suoi in tutta la mia vita”, ha detto al quotidiano online newyorkese uno dei più stretti collaboratori di Assange, Daniel Domscheit-Berg.

Due giorni fa, l’Ecuador ha concesso al fondatore di Wikileaks la nazionalità e ha chiesto a Londra di riconoscergli lo status di diplomatico. Mossa questa che gli avrebbe concesso libertà di movimento. Ma il Foreign Office ha rifiutato. Ora, secondo una fonte citata dall’International Business Times, molti all’interno dell’ambasciata si sono lamentati della mancata igiene di Assange: “Non si lava abbastanza”. E altri in passato hanno fatto le stesse lamentele.

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