L’Istat nel Rapporto annuale 2014 ha stimato il costo della misura in 15,5 miliardi di euro annui. Stima aggiornata nel giugno 2016, utilizzando il modello di microsimulazione sulle famiglie, a 14,84 miliardi. Il 12 gennaio però gli economisti Baldini e Daveri, su lavoce.info, hanno spiegato perché ritengono quella cifra sottostimata: l’istituto di statistica aggiunge al reddito che le famiglie percepiscono ogni mese il valore teorico dell’affitto dell’abitazione di proprietà. Insomma, “fa finta” che ogni nucleo che possiede la casa dove abita (in Italia come è noto sono la maggioranza) la dia in affitto e incassi la pigione. Visto che circa il 50% delle famiglie in povertà relativa è proprietario di casa, questo – sostengono Baldini e Daveri – finisce per gonfiare artificialmente i loro introiti mensili e ridurre il numero di nuclei che avrebbero diritto al reddito di cittadinanza. Correggendo questa “illusione ottica”, applicare alla lettera l’attuale testo della proposta di legge dei 5 Stelle costerebbe 28,7 miliardi.

Il Movimento ha già ipotizzato come trovare coperture per un totale di oltre 20 miliardi, ma molte voci appaiono sovrastimate. Appare difficile per esempio ridurre ogni anno di ulteriori 2,5 miliardi le spese per acquisti della pubblica amministrazione grazie alla centrale unica Consip (il cui maggiore appalto è al centro dell’inchiesta che coinvolge il Giglio magico) e ottenerne altri 5 complessivi da una serie di misure come il divieto di cumulo pensionistico tra redditi di lavoro autonomo e dipendente (che scontenterebbe chiunque abbia versato i contributi), tagli a organi costituzionali e abolizione dei dividendi versati dalla Banca d’Italia (sono solo 340 milioni l’anno). Ridurre di 5 miliardi le detrazioni sui redditi più alti equivarrebbe poi, di fatto, ad aumentare la pressione fiscale. Il resto dovrebbe arrivare dalla riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi per banche ed assicurazioni (2 miliardi), dall’aumento delle royalty pagate dalle multinazionali degli idrocarburi (1,5 miliardi) e da maggiori tasse sul gioco d’azzardo (1 miliardo).

Le famiglie beneficiarie per l’Istat sarebbero 2,75 milioni, tra cui 764mila coppie con figli minorenni e 253mila monogenitori. Queste categorie riceverebbero in media poco più di 7mila euro l’anno: circa 580 euro al mese. Considerando anche i single e le coppie senza figli, il beneficio medio scende a 5.384 euro l’anno: poco più di 448 euro al mese. Baldini e Daveri, escludendo gli affitti imputati dai redditi, ritengono che invece che ad averne diritto sarebbero 4,9 milioni di famiglie per un trasferimento medio di 480 euro al mese.

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