CORRADO FORMIGLI – Trattano i telespettatori come bambini che capiscono zero
È mio dovere deontologico attenermi a un’informazione il più possibile pluralista. E questa normativa la trovo francamente fumosa e indecifrabile, soprattutto per quanto riguarda il compito che svolgo io. Parliamoci chiaro: io non chiederò mai a un giornalista, ospite del mio programma, cosa vota, come vota. È un’assurdità. Prima di tutto perché quando decido se invitare Tizio e Caio so molto bene come la pensano, politicamente parlando. E in virtù di questo, tenderò sempre a dare spazio a opinioni diverse per una buona riuscita della trasmissione. Penso, inoltre, che queste nuove misure disciplinari siano un insulto nei confronti dello spettatore. L’Agcom sembra trattare i telespettatori come bambini, come se loro non sapessero distinguere tra un ospite e un altro, tra un’opinione e un’altra; se lo spettatore trova troppo schierato un giornalista, cambierà canale. Personalmente, non credo di aver bisogno di queste norme precauzionali, mi attengo alle regole del mio codice deontologico.

INDIETRO

Elezioni, bavaglio AgCom agli opinionisti in tv. Da Berlinguer a Formigli, da Giletti a Porro, protesta dei conduttori dei talk

AVANTI
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Par condicio, perché è giusto che l’AgCom controlli anche gli interventi dei giornalisti in tv

next
Articolo Successivo

Chi ha paura di Orietta Berti?

next