Dopo i 35 casi di neonati ammalati di salmonellosi in Francia, l'amministratore delegato del gruppo lattiero-caseario che controlla anche Parmalat e Galbani conferma che il rischio di contaminazione non riguarda più solo i transalpini: tolti dal mercato tutti i prodotti per bebè. Il ministero guidato da Beatrice Lorenzin specifica la merce contaminata non è arrivata nel nostro Paese
L’allarme per i casi di latte in polvere contaminati da salmonella prodotti dalla Lactalis non riguarda più solo la Francia. Ora i Paesi coinvolti sono almeno 83, come ha confermato Emmanuel Besnier, amministratore delegato del gruppo lattiero-caseario che controlla anche Parmalat e Galbani, in un’intervista al settimanale Le Journal du Dimanche. “Dobbiamo misurare la portata di questo operazione”, ha spiegato, rivelando inoltre che sono state ritirate dal mercato 12 milioni di confezioni del prodotto per bambini. Il ministero della Salute ha però comunicato che le autorità francesi non hanno allertato sull’esistenza di lotti contaminati spediti in Italia. Il Ministero, a titolo precauzionale, ha comunque avviato contatti con la Commissione europea e direttamente con le Autorità francesi per sollecitare ulteriori informazioni su Paesi e lotti interessati.
Il caso era emerso il 2 dicembre, quando la Direzione generale Sanità aveva lanciato l’allerta su alcuni casi di salmonellosi: l’azienda aveva ritirato dalla vendita tonnellate di latte in polvere e altri prodotti per bebè dopo che 35 neonati si erano ammalati. Tuttavia il prodotto incriminato, che proviene dallo stabilimento di Craon, nel nordovest della Francia, è rimasto sugli scaffali di molti supermercati continuando a essere regolarmente venduto nonostante l’allarme lanciato dalle autorità. Lactalis ha sospeso tutte le attività nel sito dove si è verificata la contaminazione, e la procura francese ha aperto un’inchiesta. Ora la misura si estende a tutte le confezioni del gruppo, ha spiegato Besnier.
L’amministratore delegato, si legge sul Guardian, è stato convocato al ministero delle Finanze francese venerdì. Dopo i colloqui, il ministro Bruno Le Maire ha affermato che la società avrebbe richiamato tutte le confezioni di latte artificiale per bambini, indipendentemente dalla data di produzione. Centinaia di azioni legali sono state intentate nel frattempo. Un’associazione che rappresenta le famiglie dei bambini che sono stati contagiati sostiene che le autorità stiano sottovalutando il numero di casi. Besnier nella sua intervista a Le Journal du Dimanche ha promesso un risarcimento per tutte le famiglie colpite.
Il gruppo già sotto accusa nel 2005 – Creato nel 1933 dal nonno di Emmanuel Besnier, Lactalis è diventato un colosso del settore con un fatturato annuo di circa 17 miliardi di euro. Ha 246 siti di produzione in 47 paesi. La stabilimento di Craon era già finito sotto accusa per casi di salmonella nel 2005. E secondo i primi accertamenti dell’Institut Pasteur il batterio riscontrato quest’anno tra i neonati malati è dello stesso tipo di quello scoperto dodici anni fa. Un dettaglio che lascia immaginare una mancata vigilanza del gruppo dopo il primo scandalo. Il Canard Enchainé ha scritto che i controlli sanitari dei veterinari non sarebbero stati conformi alla legge negli ultimi anni.