Questa volta erano in dieci, armati di catena, e hanno preso di mira un 14enne e 15enne per rubare i loro smartphone. L’ennesimo pestaggio compiuto da una banda di minorenni è accaduto nella tarda serata di sabato nella villa comunale di Pomigliano d’Arco, nel Napoletano. Le vittime – medicate in ospedale e poi dimesse – si sono rivolte ai carabinieri che hanno identificato due degli aggressori, anche loro di 15 e 13 anni. Quest’ultimo non è quindi imputabile. L’episodio è avvenuto a un giorno di distanza dall’aggressione subita da un altro 15enne, picchiato senza una ragione da un branco di circa 15 minorenni appena fuori dalla metropolitana di Chiaiano, quartiere della periferia di Napoli.
A fermare due dei componenti della banda entrata in azione a Pomigliano d’Arco sono stati i carabinieri di Castello di Cisterna. Chiamati sul posto, hanno raccolto le descrizioni degli aggressori e poco dopo hanno arrestato per rapina un 15enne incensurato del luogo e bloccato un 13enne di Somma Vesuviana. Il primo era ancora in possesso della catena con cui aveva minacciato e picchiato i due studenti. Questi ultimi, trasportati in ospedale a Nola, sono stati medicati e dimessi: entrambi hanno riportato contusioni al volto e all’addome. Sono invece ancora in corso le indagini per dare un nome agli altri aggressori.
L’episodio di venerdì a Chiaiano – Continuano anche le ricerche per individuare i responsabili del pestaggio di venerdì pomeriggio fuori dalla stazione della metropolitana di Chiaiano. “Allo stato le indagini non hanno determinato né fermi né denunce di minorenni”, ha scritto in una nota la questura di Napoli. A investigare sono gli agenti dei commissariati di polizia Scampia e Chiaiano e al momento il sostituto procuratore del tribunale dei minorenni ha ascoltato alcuni giovani come persone informate sui fatti. Prosegue anche l’analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza presenti in zona, per trovare riscontro con le dichiarazioni dei testimoni. Al Tgr Campania la madre della vittima aveva detto: “Queste cose non devono più accadere. La prossima volta, a chi toccherà?”
Gli altri casi – E proprio sabato lungo le strade del centro di Napoli c’è stata la marcia degli ombrelli per la legalità, una manifestazione per dire no alle violenze e dare sostegno ad Arturo, 17enne che fu gravemente ferito a coltellate da alcuni minorenni lo scorso 18 dicembre in via Foria. Tra cori contro le autorità cittadine e striscioni, i manifestanti si sono disposti in cerchio, con i loro ombrelli colorati, i cartelli e la richiesta di una città tranquilla. Tra loro anche dei bambini al seguito dei genitori. Nel mirino una movida troppo spesso ostaggio dei violenti. “Ieri è toccato a un ragazzo – uno degli slogan più ripetuti – domani potrebbe essere il turno di un vostro figlio“.
Il movimento delle madri – Un “movimento di madri che educano” contro il “terrorismo urbano”. Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, sta pensando alla costituzione di un movimento “assolutamente civico” di madri “ferite, che, in questo momento, purtroppo sono tante“. “Domani vorrei andare a far visita al 15enne aggredito alla metro di Chiaiano – dice – ho sentito la madre. Ha avuto parole molto forti”. Perché, continua la donna, “l’aggressione è il chiaro segnale che nessuno è escluso, nessuno è al riparo da questa violenza”. Poi lancia un appello alle mamme dei ragazzi protagonisti delle aggressione: “Collaborate, parlate con i vostri figli, a voi daranno ascolto”. “Educare alla ‘disomertà‘ – è la sua richiesta – come opposto dell’omertà, a rompere insomma il silenzio”. Suo figlio domenica sera tornerà a casa e lunedì sarà di nuovo tra i banchi del liceo, anche se ancora con orari ridotti a causa delle sue condizioni fisiche.