E’ un momento difficile, l’ennesimo. Siamo tornati al centro del disonore delle pagine di cronaca nera dell’informazione nazionale. Ora l’emergenza si chiama ‘baby gang’, prima ‘paranza dei bimbi’ e ‘stese’. E’ l’eterno corsi e ricorsi storici di una storia che non riusciamo a cambiare. Sembra di vivere in un flipper impazzito con la sfera metallica che sbatte nervosa e il contatore segna i casi. E’ una escalation. Una guerra. Sono improvvise fiammate. Qualcuno parla di terrorismo urbano. Altri vorrebbero militarizzare il territorio e sbattere tutti in galera. Il clima è pesante.
In poco più di due mesi ci sono stati undici minori, vittime di violenza. E’ un triste bollettino. E’ un campo di battaglia. L’ultimo caso, ieri sera, erano le 21.30, la stazione della metropolitana ‘Policlinico’ in via Pansini è tranquilla, sbucano dal nulla, si materializzano e aggrediscono un 16enne. Prima insulti poi calci, pugni e il naso è sanguinante e rotto. Passo indietro. E’ inizio novembre. Un 15enne è in Villa comunale, a pochi metri dal Lungomare. Compaiono una decina di giovanissimi. Solo uno sguardo. Si ritrova a terra con due coltellate.
E’ il 10 dicembre, via Merliani, è una strada signorile del Vomero, quartiere bene di Napoli. Nel mirino un altro 15enne. E’ ferito al petto da una coltellata mentre si trova con la sorella e due amici. Appena una settimana sempre nel quartiere collinare in piazza Vanvitelli, due giovani di 16 e 18 anni sono accoltellati da un branco. La colpa? Avevano indugiato troppo con lo sguardo. Assurdo.
Trascorrono 24 ore e tocca ad Arturo, studente di 17 anni, nessun grillo per la testa. E’ in strada. Deve andare dal medico per ritirare un certificato. Senza alcun motivo è accerchiato. Lo spintonano poi l’insultano e gli sferrano una ventina di coltellate, una al polmone e un’altra alla giugulare. Solo oggi Arturo è tornato a scuola, stretto da una scorta di affetto e premure dei compagni di classe, professori e tantissimi partenopei indignati.
E’ il giorno dell’Epifania, a Chiaia, un 18enne e un 19enne sono assaliti e feriti da una decina di ragazzini. E siamo a tre giorni fa. Gaetano ha 15 anni, aspetta l’autobus. E’ dinanzi alla stazione della metrò di Chiaiano. Non è solo. Con lui i suoi due cugini. Sbuca il solito gruppuscolo, insultano e poi giù mazzate. E’ corsa in ospedale, intervento chirurgico e asportazione della milza.
E siamo a sabato scorso, parco pubblico di Pomigliano d’Arco, due adolescenti aggrediti a colpi di catene. I lazzari sono arrabbiati. Rancore sociale, deprivazione e il vuoto nell’anima. Genitori senza amore e cattivi maestri. E le coscienze di tutti sempre più sporche. Ma anche eroi civili come Maurizio Estate, ucciso il 17 maggio 1993, per aver impedito la rapina di un orologio ai danni di un cliente nell’officina del padre. Medaglia d’oro al valore civile e proprio oggi dà il nome al luogo dove fu ucciso.
E Pino Daniele, lo gridò forte dal palco nel corso di un concerto: “Siamo usciti ormai dal ghetto, è finita”. Riprendiamoci ‘Mamma Napoli’ dai mille colori e dalle mille paure.