Venti milioni di euro di multa. È la sanzione emessa dall’Antitrust nei confronti di Poste Italiane. Il motivo? Abuso di posizione dominante nel mercato del recapito degli invii multipli di corrispondenza ordinaria. Si tratta in pratica di quelle spedizioni che i grandi clienti business come le banche, le assicurazioni e le compagnie telefoniche mandano ai propri clienti: dagli estratti conto agli avvisi di scadenza passando per le bollette.
A dare notizia è la stessa authority guidata da Giovanni Pitruzzella con una nota pubblicata sul proprio sito web per spiegare i motivi che hanno portato alla multa nei confronti della società guidata da Matteo Del Fante. “La strategia escludente, attuata sin dal 2014 da Poste Italiane a danno dei concorrenti, entrati in questo mercato a seguito della liberalizzazione dei servizi postali, è consistita nell’offrire ai propri clienti finali condizioni economiche e tecniche non replicabili dai concorrenti almeno altrettanto efficienti, i quali necessariamente devono ricorrere ai servizi di Poste Italiane per il recapito nelle zone rurali e meno densamente abitate del Paese (le cosiddette aree extra urbane), dove è presente solo Poste Italiane” si legge nel comunicato dell’Antitrust.
Inoltre, spiega sempre l’authority, Poste italiane “ha implementato una strategia di recupero dei volumi di posta affidati alla concorrenza, ricorrendo a sconti e condizioni selettivi e fidelizzanti, tra l’altro, condizionando gli sconti praticati ai clienti finali all’affidamento esclusivo di tutti gli invii o di una parte sostanziale degli stessi”. Dall’’istruttoria emerge anche che “la strategia anticoncorrenziale di Poste Italiane – ex monopolista che ancora oggi detiene una consolidata posizione dominante sul mercato in questione – ha prodotto concreti effetti sulle dinamiche concorrenziali, infatti, Poste Italiane è riuscita a recuperare numerosi clienti e ad aumentare ulteriormente la propria quota di mercato, a danno degli altri operatori postali attivi sul mercato”.
Secondo “fonti vicine al dossier” Poste ritiene di aver sempre posto in essere un comportamento assolutamente rispondente agli indirizzi normativi e alle logiche di mercato in un contesto altamente competitivo a tutela della qualità del servizio”. Il gruppo presenterà ricorso al Tar del Lazio ritenendo “inadeguata e in contrasto con la normativa di riferimento” la sanzione comminata nel procedimento, nel corso del quale “ha fornito in maniera esaustiva e completa ogni contributo e ogni delucidazione
richiesta dagli uffici dell’Autorità”.