Non si ferma la lotta all’Alzheimer. La ricera prosegue ed è di queste ore l’annunciod che la diagnosi precoce sarà fatta con occhiali avveniristici o con il semplice smartphone. Sembra fantascienza e invece è realtà: questa nuova tecnologia sarà a disposizione dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino dalle prossime settimane. Per la diagnosi, i pazienti indosseranno occhiali in grado di registrare i movimenti del corpo e del capo, valutando, grazie ad un giroscopio ed un accelerometro, il grado di equilibrio del soggetto nello spazio.
Altri sensori sulle stanghette registreranno anche i movimenti oculari, che si modificano con l’età e con la patologia. La qualità del sonno di questi stessi soggetti verrà monitorata grazie all’applicazioni di bande di una ditta tedesca, poste sul materasso. Una novità assoluta, sviluppata nell’ambito del progetto internazionale My-AHA, (My Active and Healthy Ageing), coordinato da Alessandro Vercelli, che riunisce numerosi Istituti di ricerca ed aziende di Information e Communication Technology, tra cui l’Istituto Boella di Torino, sia europei sia extraeuropei, giapponesi, australiani e coreani.
Anche gli smartphone di uso quotidiano saranno muniti di giochi di memoria, messi a punto specificamente per questo studio, giochi che il soggetto sarà in grado di autosomministrarsi per testare lo stato della memoria, dell’orientamento e la capacità di risolvere problemi più o meno complessi. Lo smartphone raccoglierà i dati di tutta la strumentazione e li invierà ad un sistema in grado di riconoscere eventuali peggioramenti nel tempo.
Per questo progetto verranno reclutati 600 pazienti nel mondo, 80 dei quali da Innocenzo Rainero alle Molinette di Torino. A partire dalle prossime settimane nei soggetti reclutati si valuterà mediante moderni e rivoluzionari devices il rischio di Alzheimer e di decadimento cognitivo, psicologico, fisico e sociale. Di tutti i soggetti, metà saranno solo monitorati nel tempo, l’altra metà invece beneficerà di un intervento di stimolazione motoria, psicologica, cognitiva e sociale, grazie all’uso degli stessi apparecchi. Al termine dello studio sarà possibile definire con maggior chiarezza l’utilità delle nuove tecnologie nella diagnosi precoce, nell’invecchiamento in salute e nella prevenzione del decadimento dell’anziano. L’annuncio di questo progetto arriva all’indomani della decisione del colosso farmaceutico Pfizer di interrompere la ricerca su Alzehimer e Parkinson.
L’Alzheimer, o più in generale la demenza, è una patologia molto comune nei Paesi occidentali: in Italia si calcola che sono affette circa 1.300.000 persone, la patologia cresce con l’età ed il Piemonte è tra le prime 5 regioni italiane con il maggior numero di over 65 (il 24,5% della popolazione). Nella regione è stato stimato che su 1000 persone sopra 65 anni, 33 sono affette da una forma di demenza.