Il 7 dicembre scorso un giudice ha preso atto della sua assoluta incompatibilità con il carcere. A. C., 24enne affetto da una gravissima patologia, avrebbe quindi dovuto essere trasferito dalla Casa di Lavoro di Vasto a una Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Un mese dopo, denuncia Antigone, il provvedimento disposto dal Magistrato di Sorveglianza di Pescara non è però ancora stato eseguito: “Non ci sarebbero posti, né nel Lazio né nel resto d’Italia”. Per questo il presidente dell’associazione, Patrizio Gonnella, chiede per il giovane “un’immediata scarcerazione” e avverte: “Vi è un rischio di suicidio, questo è un caso in cui bisogna salvare una vita e tutti i soggetti che hanno una responsabilità devono fra loro dialogare per risolverlo immediatamente”.
Il ragazzo è un malato psichiatrico affetto da una forma di epilessia cronica e da una gravissima schizofrenia paranoide, nonché da disturbi di personalità. Dopo essere entrato nella Casa di Lavoro, una struttura dove si riuniscono i condannati per far svolgere loro attività di tipo artigianale o industriale, ha subito un tracollo psichico, racconta Antigone. L’associazione spiega che il 24enne ha sviluppato una gravissima depressione, con una totale dissociazione dalla realtà, un quadro delirante e tendenze suicide.
Proprio questo – riporta sempre Antigone – ha portato gli psichiatri della struttura penale a sollecitare l’immediata sospensione delle misure di sicurezza, per le evidenti incompatibilità del ragazzo con quel tipo di trattamento. Queste istanze e quelle del legale della famiglia hanno portato appunto alla decisione del giudice del 7 dicembre scorso, rimasta però al momento inapplicata. “Il 24enne viene dunque indebitamente trattenuto, nonostante i suoi bisogni pressanti di cure e le condizioni di incompatibilità con la misura penitenziaria”, scrive Antigone.
In casi come questi, in cui non sia immediatamente disponibile un posto in Rems, “è fondamentale che l’attesa che questo posto si liberi avvenga da una condizione di libertà e che la persona sia presa in carico dal dipartimento di Salute Mentale del territorio dove si risiede”, spiega Gonnella. Il presidente dell’associazione vuole poi sottolineare come sia “ancor più fondamentale in circostanze come queste, dove vi è un rischio di suicidio”. Per questo Gonnella sollecita un intervento immediato per risolvere il problema, “prima che si arrivi a una tragedia“.