Il numero uno di Maranello, a margine del salone di Detroit, è tornato sulla questione auto elettriche per il Cavallino, prendendo una posizione decisa: non vuole lasciare che i concorrenti arrivino in anticipo sul mercato con un modello iper prestazionale a batteria
“La supercar elettrica? Se c’è qualcuno che la deve fare è la Ferrari. Non mi importa se poi la vendiamo ma la dobbiamo fare noi per primi. Non possiamo lasciare spazio agli altri”. È così, con una frase riportata nell’ambito del Salone di Detroit 2018, che Sergio Marchionne apre un nuovo e del tutto inedito capitolo della storia della Scuderia. Il Presidente della Ferrari ha inoltre specificato che il modello potrebbe essere incluso già nel prossimo piano industriale dell’azienda, che sarà presentato a Balocco il prossimo 1 giugno.
Di fronte a un cambio di rotta così repentino sul tema dell’elettrico – peraltro Marchionne non è un convinto sostenitore della mobilità a emissioni zero come soluzione industrialmente sostenibile a medio termine – la conferma definitiva del suv in Rosso passa quasi in secondo piano: il modello a ruote alte arriverà entro il 2020, probabilmente spinto da una motorizzazione ibrida. Il manager “maglionato” è invece più prudente quando si parla di ritorno alla piena occupazione negli stabilimenti italiani di FCA: non è convinto che questo obiettivo venga raggiunto entro quest’anno (come invece lo era in precedenza).
Tuttavia Marchionne ha puntualizzato che lo stesso patto preso negli USA proprio qualche giorno fa costituisca una sorta di crocevia pure per gli operai italiani: “L’impegno preso negli Usa lo prendiamo anche in Italia. Stiamo aumentando l’organico a 60.000 addetti negli Stati Uniti. Adesso aggiungiamo 2.500 persone” all’impianto di Warren (Michigan). “Se lo gestiamo bene questo tipo di futuro arriverà anche in Italia. Dateci il tempo per farlo”.
Parlando di stabilimenti italiani, il numero uno di FCA non ha escluso che possa essere un modello Jeep il prossimo a essere assemblato nel Bel Paese. I bookmakers scommettono sulla nuova Compass a Melfi, dove nascono la Fiat 500X e la Jeep Renegade, tutte basate sulla stessa meccanica: i sindacati chiedono da mesi maggiori certezze sul futuro dell’impianto, vista la prossima dismissione della vetusta Punto. Tuttavia Marchionne punta sui brand di punta del gruppo: “Se potessimo riempire gli stabilimenti di Alfa e Maserati sarebbe la cosa più intelligente da fare. Più di ogni altra. Dobbiamo completare lo sviluppo di Alfa Romeo e Maserati, è un atto dovuto, fa parte del piano”.
Un piano di cui Marchionne ha stabilito i prossimi passi a breve termine: un suv di grandi dimensioni col marchio del Biscione e uno più compatto della Maserati Levante, costruito sulla piattaforma dell’Alfa Romeo Stelvio. Meno prioritari gli investimenti su un’ammiraglia a tre volumi a marchio Alfa: “Il segmento E delle vetture è sempre stato storicamente molto forte ma ormai i numeri si stanno restringendo. Bisogna andare su altre tipologie di veicoli come gli sport utility”.