Riposizionamento di una parte dei contingenti militari italiani: da 900 a 700 unità in Afganistan e il dimezzamento del contingente italiano in Iraq e nuove missioni in Libia e Niger. Questo il cuore dell’audizione dei ministri Pinotti e Alfano, nelle commissioni Difesa di Camera e Senato riunite a Palazzo Madama.
La missione in Niger, decisa dal Governo a legislatura conclusa, verrà votata a Montecitorio il 17 gennaio per merito di M5s, Mdp e Sinistra Italiana – ‘Liberi e Uguali’ (anche se sciolte, le Camere operano in regime di prorogatio e possono essere riconvocate per la conversione dei decreti-legge). Il ministro Roberta Pinotti al termine della commissione ha risposte alle domande dei cronisti: “Dopo l’approvazione del Parlamento già siamo pronti ad inviare un primo contingente di 120 militari, che possono arrivare a 470 nel corso dell’anno” con 130 mezzi di terra e 2 mezzi aerei. Questi i dati ad oggi disponibili. Favorevoli Pd e Forza Italia, attendista la posizione di Salvini (che si è detto “a favore” ma aspetta di “leggere il provvedimento”). Contari M5S e Liberi e Uguali .
Per Alfano: “Facciamo del bene e lo facciamo bene – e la missione in Niger – riflette un preciso interesse nazionale ed interviene su minacce che ci vedono l’Italia esposta in prima linea”.
Ma la titolare della Difesa poi precisa: “E’ stato il Niger a chiedere all’Italia di essere presente con una propria missione per formare le proprie capacità di controllo dei confini, necessarie per prevenire infiltrazioni terroristiche sia per combattere le rete criminali che gestiscono l’immigrazione clandestina”. Cosa possono fare i militari italiani? La Pinotti esclude un ruolo di primo piano: “E’ una missione di addestramento: non avremo una funzione diretta di controllo dei confini, ma seremo quelli che supportano ed addestrano le forze armate nigerine e suggeriamo loro come impostare le operazioni che si renderanno necessarie”.
“Ma l’interesse nazionale è solo quello di contrastare il traffico dell’immigrazione clandestina o c’è qualche altro tipo d’interesse che andiamo a perseguire nel centro dell’Africa?” chiede il M5S. A questo né Pinotti né Alfano rispondono. E sia deputati e senatori di Sinistra Italiana e Mdp – oggi riuniti in Liberi e Uguali – che il M5S, hanno contestato che decisioni così importanti siano prese da un governo al termine del proprio mandato con il Parlamento ormai sciolto, ma il Ministro della Difesa replica: “Purtroppo le esigenze di sicurezza restano nonostante un appuntamento politico e non rispondere ad una richiesta specifica del Niger sarebbe stato irresponsabile”. Per Erasmo Palazzatto: “La decisione del governo è un atto di prepotenza istituzionale. In realtà dietro la retorica del controllo dei flussi migratori si nasconde un’impresa neocoloniale del nostro Paese, che negli ultimi anni ha riempito di soldi i governi come quelli del Niger”. Per il deputato di Sinistra Italiana, oggi in Liberi e Uguali “le regole d’ingaggio sono un altro degli elementi di poca chiarezza di questa missione, che prevede anche possibilità d’intervento in Paesi come Il Camerun, la Nigeria e la Mauritinia in un territorio dove già c’è un’egemonia della Francia e dove entriamo in una concorrenza per garantire interessi economici. I flussi migratori? Si fermano solo con una vera politica di cooperazione internazionale e non è quella che sta perseguendo questo governo che sta investendo i fondi del ‘fondo Africa’, destinatari allo sviluppo dei Paesi africani, in missioni militari” conclude Palazzotto.