“La Basilicata è una regione che sopravvive. Anche perché vivere in questo posto di merda… Io sono nato qua. Me ne voglio scappà e mi ci hanno rimandato per lavorà. Quindi insomma, per me la chiuderei proprio la Basilicata”. Forse chi parla si lascia andare. Ma è il responsabile della comunicazione di un’azienda, la Total, che in Basilicata si appresta a estrarre 50.000 barili di petrolio al giorno. Petrolio, Basilicata, Val d’Agri: la più grande piattaforma petrolifera sulla terra ferma d’Europa. Il più grande investimento del Mezzogiorno d’Italia.
La voce è di Massimo Dapoto, megafono ufficiale della Total E&P Italia, principale concessionaria dell’affare miliardario che è Tempa Rossa. Dall’altra parte del tavolo c’è Stefano Lorusso Salvatore, studente presso la scuola di giornalismo di Lille, in Francia, che prepara una tesina sull’impatto del petrolio in Basilicata e ha richiesto l’incontro-intervista al portavoce dell’azienda. L’uomo della comunicazione accetta ma vuole garanzie. “Come ha trovato la mia mail? Mi dia qualche informazione in merito alla sua persona per essere sicuro che sia uno studente”. Per rassicurarlo Lorusso invia la sua tessera universitaria. Dove è scritto nero su bianco che è sì uno studente, ma in giornalismo.
L’incontro in questione si svolge giovedì 22 dicembre 2017, ore 14:30, negli uffici della Total di Potenza. Sul tavolo cioccolatini, brochure, la rivista trimestrale e una penna usb brandizzata col logo della multinazionale d’Oltralpe. Il discorso parte con una rassegna dei successi del petrolio in Basilicata, mentre il dito del communication manager scorre rapido sulle pagine delle brochure: occupazione diretta e indiretta, investimenti, Pil regionale alle stelle. Poi il discorso derapa così: “La Basilicata già non vive solo grazie al petrolio. Fortunatamente. La Basilicata che viva come regione non lo so. La Basilicata è una regione che sopravvive. Anche perché vivere in questo posto di merda, voglio dì…”. Dapoto indica, appesa al muro, la fotografia di un comune lucano. E giù altro fiele: “Ma come fai a vivere là? Tu di dove sei? Di che paese sei?”. “Di Potenza” è la risposta. “Di Potenza. Ma è una città Potenza, è un posto dove vivere? Ti ci vedi tu tra vent’anni qua?”. Affermazioni che vengono annotate, registrate. E segnalate poi al presidente della Regione Marcello Pittella e ai vertici di Total in una lettera per chiedere pubblicamente se le istituzioni le condividano.
Dapoto, contattato da ilfattoquotidiano.it, ridimensiona le sue esternazioni: “Ricordo quell’incontro ma francamente non di essermi lasciato andare a considerazioni così dure, di sicuro era una riflessione personale sulla difficoltà di vivere in questa regione, non il pensiero della società che qui ha messo sede. Nessuna dichiarazione ufficiale, io qui vivo e sono nato, questo ragazzo si era presentato qui dicendo che voleva fare una tesina, io l’ho accolto e gli ho dato documenti e report e spiegato molte cose. Gli avrò detto probabilmente che in questa realtà è più difficile vivere che in un’altra ma come si fa al bar, una confidenza. Sono molto dispiaciuto che sia stata mal compresa e forse strumentalizzata”.
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Dal colloquio tra il portavoce di Total e lo studente, in ogni caso, escono due visioni. La prima è quella dei comunicati stampa e delle dichiarazioni a favor di microfono, quello di un rapporto idilliaco con una terra di cui, sul suo sito, esibisce il sostegno alla protezione della rara cicogna nera nel Parco di Gallipoli Cognato, ne celebra i paesaggi, “la cultura e l’orgoglio”. Finanzia con 600mila euro dal 2010 “attività di welfare” nei piccoli comuni di Corleto Perticara (2.500 abitanti), Gorgoglione (1.100 abitanti) e Guardia Perticara (570 abitanti). E poi le royalties, l’educazione ambientale nelle scuole, i finanziamenti di attività culturali e di welfare nei paesini del Texas d’Italia, una delle regioni più povere d’Italia secondo i dati Istat. La seconda si svela soltanto nel chiuso di una stanza: la visione predatoria e violenta della terra dalle cui viscere succhia la ricchezza.
Durante l’intervista c’è spazio per un consiglio letterario, “Stato di paura”, romanzo di Michael Crichton, in cui si accusa la lobby degli ambientalisti di creare strumentalmente dei disastri ecologici e i media di esagerarne le proporzioni. Dalla viva voce del communication manager: “Gli ambientalisti sono contro di principio su tante cose… È lo stato di paura creato da … sui temi ambientali. È un romanzo che ti fa capire che certi ambientalisti a volte…esagerano”. Bastano dieci secondi allo stratega della comunicazione di Total per invertire la logica, e fare degli ambientalisti il problema, e gliene restano altri per allertare: “Il lavoro fa male”.
Parole che suonano beffarde da queste parti, dove il lavoro fa davvero male, e non solo in senso figurato e con Total che fa la sua parte: secondo i 29 ricercatori del Cnr che firmano lo studio più importante mai realizzato sul Centro Oli di Viggiano, tra i lucani e gli abitanti di Viggiano e Grumento Nova “la mortalità e i ricoveri ospedalieri tra il 2000 e il 2014 sono superiori alla media regionale” e “all’aumentare dell’esposizione alle emissioni del Centro Oli aumenta il rischio di morte e/o di ricovero”. Quando lo studio fu svelato nel settembre 2017, l’Eni decise di rispondere preventivamente, con delle precisioni, due giorni prima della pubblicazione ufficiale del rapporto. Mentre sul sito della Total non vi è traccia di reazioni.
Ma c’è tempo anche per riscrivere la storia della transizione energetica lucana e mondiale: un tempo, racconta il manager di Total, “la Basilicata è stata disboscata per utilizzare la legna come fonte di energia … Le prime forme di illuminazione a New York utilizzavano l’olio di balena. Grazie al petrolio e al kerosene le balene sono vive! Questo non lo sanno gli ambientalisti!”. La stessa Total, probabilmente, avrebbe dei dubbi a riguardo e a riconoscersi nelle parole del suo uomo della comunicazione. Che all’ultimo è sfiorato dal dubbio d’aver detto troppo, perché congedandosi chiede allo studente in giornalismo se è giornalista. “Altrimenti ti trattavo da giornalista”.
Di Stefano Lorusso Salvatore e Thomas Mackinson
Ambiente & Veleni
Petrolio, “Basilicata è un posto di merda”. Così parlò il portavoce della Total Italia. Che estrarrà 50mila barili al giorno
Uno studente in giornalismo incontra l'uomo della comunicazione della compagnia per un elaborato. Dopo aver esaltato i successi del petrolio in Val D'Agri, il manager si lascia andare a una serie di dichiarazioni che lo studente registra e denuncia in una lettera al presidente Pittella. "La Basilicata è una regione che sopravvive (...) la chiuderei proprio (...)”. Contattato da ilfattoquotidiano.it, il manager dice di non ricordare: "Non ho memoria di essermi lasciato andare a considerazioni così dure, di sicuro era una riflessione personale"
“La Basilicata è una regione che sopravvive. Anche perché vivere in questo posto di merda… Io sono nato qua. Me ne voglio scappà e mi ci hanno rimandato per lavorà. Quindi insomma, per me la chiuderei proprio la Basilicata”. Forse chi parla si lascia andare. Ma è il responsabile della comunicazione di un’azienda, la Total, che in Basilicata si appresta a estrarre 50.000 barili di petrolio al giorno. Petrolio, Basilicata, Val d’Agri: la più grande piattaforma petrolifera sulla terra ferma d’Europa. Il più grande investimento del Mezzogiorno d’Italia.
La voce è di Massimo Dapoto, megafono ufficiale della Total E&P Italia, principale concessionaria dell’affare miliardario che è Tempa Rossa. Dall’altra parte del tavolo c’è Stefano Lorusso Salvatore, studente presso la scuola di giornalismo di Lille, in Francia, che prepara una tesina sull’impatto del petrolio in Basilicata e ha richiesto l’incontro-intervista al portavoce dell’azienda. L’uomo della comunicazione accetta ma vuole garanzie. “Come ha trovato la mia mail? Mi dia qualche informazione in merito alla sua persona per essere sicuro che sia uno studente”. Per rassicurarlo Lorusso invia la sua tessera universitaria. Dove è scritto nero su bianco che è sì uno studente, ma in giornalismo.
L’incontro in questione si svolge giovedì 22 dicembre 2017, ore 14:30, negli uffici della Total di Potenza. Sul tavolo cioccolatini, brochure, la rivista trimestrale e una penna usb brandizzata col logo della multinazionale d’Oltralpe. Il discorso parte con una rassegna dei successi del petrolio in Basilicata, mentre il dito del communication manager scorre rapido sulle pagine delle brochure: occupazione diretta e indiretta, investimenti, Pil regionale alle stelle. Poi il discorso derapa così: “La Basilicata già non vive solo grazie al petrolio. Fortunatamente. La Basilicata che viva come regione non lo so. La Basilicata è una regione che sopravvive. Anche perché vivere in questo posto di merda, voglio dì…”. Dapoto indica, appesa al muro, la fotografia di un comune lucano. E giù altro fiele: “Ma come fai a vivere là? Tu di dove sei? Di che paese sei?”. “Di Potenza” è la risposta. “Di Potenza. Ma è una città Potenza, è un posto dove vivere? Ti ci vedi tu tra vent’anni qua?”. Affermazioni che vengono annotate, registrate. E segnalate poi al presidente della Regione Marcello Pittella e ai vertici di Total in una lettera per chiedere pubblicamente se le istituzioni le condividano.
Dapoto, contattato da ilfattoquotidiano.it, ridimensiona le sue esternazioni: “Ricordo quell’incontro ma francamente non di essermi lasciato andare a considerazioni così dure, di sicuro era una riflessione personale sulla difficoltà di vivere in questa regione, non il pensiero della società che qui ha messo sede. Nessuna dichiarazione ufficiale, io qui vivo e sono nato, questo ragazzo si era presentato qui dicendo che voleva fare una tesina, io l’ho accolto e gli ho dato documenti e report e spiegato molte cose. Gli avrò detto probabilmente che in questa realtà è più difficile vivere che in un’altra ma come si fa al bar, una confidenza. Sono molto dispiaciuto che sia stata mal compresa e forse strumentalizzata”.
Dal colloquio tra il portavoce di Total e lo studente, in ogni caso, escono due visioni. La prima è quella dei comunicati stampa e delle dichiarazioni a favor di microfono, quello di un rapporto idilliaco con una terra di cui, sul suo sito, esibisce il sostegno alla protezione della rara cicogna nera nel Parco di Gallipoli Cognato, ne celebra i paesaggi, “la cultura e l’orgoglio”. Finanzia con 600mila euro dal 2010 “attività di welfare” nei piccoli comuni di Corleto Perticara (2.500 abitanti), Gorgoglione (1.100 abitanti) e Guardia Perticara (570 abitanti). E poi le royalties, l’educazione ambientale nelle scuole, i finanziamenti di attività culturali e di welfare nei paesini del Texas d’Italia, una delle regioni più povere d’Italia secondo i dati Istat. La seconda si svela soltanto nel chiuso di una stanza: la visione predatoria e violenta della terra dalle cui viscere succhia la ricchezza.
Durante l’intervista c’è spazio per un consiglio letterario, “Stato di paura”, romanzo di Michael Crichton, in cui si accusa la lobby degli ambientalisti di creare strumentalmente dei disastri ecologici e i media di esagerarne le proporzioni. Dalla viva voce del communication manager: “Gli ambientalisti sono contro di principio su tante cose… È lo stato di paura creato da … sui temi ambientali. È un romanzo che ti fa capire che certi ambientalisti a volte…esagerano”. Bastano dieci secondi allo stratega della comunicazione di Total per invertire la logica, e fare degli ambientalisti il problema, e gliene restano altri per allertare: “Il lavoro fa male”.
Parole che suonano beffarde da queste parti, dove il lavoro fa davvero male, e non solo in senso figurato e con Total che fa la sua parte: secondo i 29 ricercatori del Cnr che firmano lo studio più importante mai realizzato sul Centro Oli di Viggiano, tra i lucani e gli abitanti di Viggiano e Grumento Nova “la mortalità e i ricoveri ospedalieri tra il 2000 e il 2014 sono superiori alla media regionale” e “all’aumentare dell’esposizione alle emissioni del Centro Oli aumenta il rischio di morte e/o di ricovero”. Quando lo studio fu svelato nel settembre 2017, l’Eni decise di rispondere preventivamente, con delle precisioni, due giorni prima della pubblicazione ufficiale del rapporto. Mentre sul sito della Total non vi è traccia di reazioni.
Ma c’è tempo anche per riscrivere la storia della transizione energetica lucana e mondiale: un tempo, racconta il manager di Total, “la Basilicata è stata disboscata per utilizzare la legna come fonte di energia … Le prime forme di illuminazione a New York utilizzavano l’olio di balena. Grazie al petrolio e al kerosene le balene sono vive! Questo non lo sanno gli ambientalisti!”. La stessa Total, probabilmente, avrebbe dei dubbi a riguardo e a riconoscersi nelle parole del suo uomo della comunicazione. Che all’ultimo è sfiorato dal dubbio d’aver detto troppo, perché congedandosi chiede allo studente in giornalismo se è giornalista. “Altrimenti ti trattavo da giornalista”.
Di Stefano Lorusso Salvatore e Thomas Mackinson
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".