Parte oggi la campagna pubblicitaria dell'Unione atei agnostici razionalisti per "attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul diritto dei bambini a crescere senza imposizioni, senza dogmi di alcun tipo"
“Per farli scegliere da grandi, scegli l’ora alternativa”. Da oggi in diverse città italiane troverete questa scritta sui pullman e sui manifesti affissi lungo le strade. Un invito in concomitanza con le iscrizioni scolastiche a non scegliere l’ora di religione cattolica. L’appello, lanciato attraverso una massiccia campagna pubblicitaria, arriva dall’Unione atei agnostici razionalisti che “vuole attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul diritto dei bambini a crescere senza imposizioni, senza dogmi di alcun tipo”. Una battaglia culturale che vedrà di nuovo sfilare “l’ateo-bus” a Bologna, a Bergamo, a Bari, a Livorno, La Spezia, Palermo, Parma, Genova, Cosenza, Venezia, Verbania, Catania e in molte altre città.
L’iniziativa qualche anno fa suscitò l’ira di molti autisti che si rifiutarono di guidare il mezzo. “Ci auguriamo che i tempi siano un po’ cambiati. Abbiamo scelto queste date non a caso. Da oggi fino al sei febbraio i genitori degli studenti – spiega Roberto Grendene, responsabile della campagna – che frequenteranno una prima classe dovranno scegliere se far subire ai propri figli l’insegnamento della religione cattolica oppure offrire loro un’educazione laica. Chi passerà ad una classe successiva della stessa scuola può semplicemente comunicare la propria decisione alla segreteria”.
Un’iniziativa che mira a richiamare l’attenzione anche dei dirigenti scolastici. “Spesso non fanno quello che dovrebbero, non organizzano l’ora alternativa e non informano nemmeno i genitori di questa possibilità. Purtroppo oggi l’ora di religione è catechismo. Chi si avvale dell’alternativa dovrebbe avere un progetto ad hoc che gli istituti mettono a disposizione. Spesso non è così: l’ora di religione viene posizionata alla fine o all’inizio delle lezioni affinché i ragazzi che non aderiscono possano entrare dopo a scuola. In alcuni casi vengono persino affidati ai bidelli”, spiega Stefano Incani, segretario nazionale dello Uaar.
A difendere l’ora di religione è il presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica monsignor Mariano Crociata: “Sono sempre apprezzabili gli sforzi volti ad aiutare tutti gli studenti a compiere un cammino di crescita il più ricco possibile. Valorizzare l’attività alternativa rispetto ad attività meno impegnative e formative, come l’uscita da scuola, è sempre una proposta che può avere interesse. Se si intende implicitamente sostenere che l’insegnamento di religione cattolica è solo per i cattolici e quindi gli altri vanno ‘difesi’ dal proselitismo, allora va ricordato che ha una impostazione rigorosamente scolastica e culturale, che nulla ha a che fare con il proselitismo, come del resto prevedono le leggi e le norme”.
Lo stesso vescovo ammette che si registra un costante lieve calo di chi frequenta l’insegnamento di religione cattolica ma i dati provvisori riguardanti lo scorso anno scolastico 2016-2017 parlano da soli: nella scuola statale l’87,1% sceglie l’ora di religione. Nello specifico: alla scuola dell’Infanzia l’89,7%; il 90,7% alla primaria; l’88,5% alla secondaria di primo grado e solo l’81,4% alle superiori.