Se non lo avessi sentito con le mie orecchie, se non lo avessi letto in molti quotidiani giuro che non ci avrei mai creduto.
L’Italia è un paese ricchissimo, una sorta di paradiso nel quale con banali accorgimenti sarà possibile recuperare decine e decine di miliardi razionalizzando le spese, facendo pagare finalmente il dovuto agli evasori, eliminando i privilegi e i canoni più insopportabili.
Lo so che si rischia di scivolare nella più orrenda invettiva ma non è sopportabile ascoltare, a turno e nessuno escluso, i leader di questa campagna elettorale affermare soavemente che la cosa più semplice è trovare miliardi e miliardi nelle pieghe del bilancio dello Stato italiano. Perché almeno sino ad ora, nessun commentatore politico, intellettuale e simili non ha provato ad eccepire qualcosa al cospetto di tanta ricchezza celata in questi anni?
Eppure, dal MeF alla conferenza Stato-Regioni fino alle più periferiche amministrazioni locali il maggiore dramma di questi anni è sempre stato la mancanza di risorse, i vincoli di spesa e le truci imposizioni dell’Ue.
Come è possibile che sia bastato arrivare a meno di due mesi dalle elezioni per trovare, nascosti ma non tanto, soldi a secchiate da utilizzare.
Che peccato!
Ho sbagliato mille volte a considerare che le risorse per i caregivers, per la legge sul Dopo di noi, per la scuola dei disabili non sarebbero mai state recuperate a causa della crisi economica internazionale e di tutti i dotti argomenti che si utilizzano per giustificare l’assenza di un welfare decente per i disabili e per le povertà in aumento nel paese.
Ho sbagliato ma la soluzione l’ho già trovata: basta aspettare le elezioni e ascoltare chi la spara più grossa.
Nota di trasparenza: mi sono reso disponibile a candidarmi nelle liste di Liberi e Uguali