Geloso della sua ex moglie, ha deciso di dare fuoco a un clochard, sospettando una relazione sentimentale tra i due. I pm Alfredo Gagliardi e Maria Forti hanno chiesto la condanna all’ergastolo per Giuseppe Pecoraro, accusato dell’omicidio di Marcello Cimino, bruciato vivo, a marzo scorso, mentre dormiva sotto un porticato davanti al ricovero dei Capuccini a Palermo. Arrestato dalla polizia poche ore dopo il delitto, e ripreso durante l’omicidio da una telecamera di videosorveglianza, Pecoraro ha confessato, raccontando agli inquirenti di aver agito perché Cimino insidiava la sua compagna.

Secondo i periti nominati dal giudice, l’imputato era capace di intendere e di volere quando agì. Di parere opposto la perizia della difesa. Gli avvocati di Pecoraro, Carolina Varchi e Brigida Alaimo, all’inizio di questa udienza hanno avanzato la richiesta di sospensione del processo per accertare la capacità di stare in giudizio di Pecoraro. Richiesta respinta dal giudice, dopo l’opposizione della procura e del difensore delle parti civili, Antonino Palazzotto.

Pecoraro, benzinaio 45enne, è stato ripreso dalle telecamere: nelle immagini si vede un uomo a volto semicoperto che si avvicina al senzatetto con un contenitore pieno di un liquido infiammabile. Lo versa sull’uomo che sta dormendo e gli dà fuoco. Interrogato dagli investigatori, l’uomo ha poi confessato: si era da poco separato dalla moglie e sospettava che quest’ultima avesse una storia con il clochard. 

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