In campagna elettorale riscoppia la polemica vaccini. Dieci punti per evitare equivoci, malintesi, strumentalizzazioni, e soprattutto per convincere le persone che dovranno votare alle tesi ragionevoli cioè quelle che non sono a priori pregiudizialmente contro i vaccini e che pur tuttavia obiettano sulle scelte non del tutto disinteressate fatte dal governo:
1. i vaccini in quanto tali sono prodotti della scienza e io contro la scienza non ho nulla da obiettare. La scienza serve a risolvere i nostri problemi, i vaccini servono a fare profilassi, la profilassi delle malattie è una cosa sacrosanta;
2. la legge sui vaccini è invece un prodotto del governo e io contro questo governo ho molte riserve, nel senso che questa legge ha esagerato nel rendere obbligatori tanti vaccini, troppi, probabilmente per rispettare accordi poco chiari a livello internazionale di vario tipi anche con l’industria farmaceutica;
3. i vaccini ai quali revocare l’obbligatorietà sono quelli che riguardano malattie non contagiose e che quindi non producono benefici a livello collettivo ma solo benefici individuali (ad esempio il tetano);
4. i vaccini ai quali confermare l’obbligatorietà sono quelli che riguardano le malattie trasmissibili;
5. i vaccini ai quali revocare l’obbligatorietà vanno compresi nell’ambito dei trattamenti vincolati al consenso informato. La legge sul biotestamento stabilisce che tutti i trattamenti medico sanitari quindi anche i vaccini debbono essere vincolati al consenso informato;
6. la vaccinazione non obbligatoria deve rientrare tra gli obblighi morali del cittadino, chiarendo che l’obbligo morale (proprio perché è morale) non può essere tale per legge ma deve obbedire alla coscienza;
7. non basta dire che i vaccini sono raccomandati bisogna chiarire che raccomandare vale come formare all’obbligo morale, cioè formare delle coscienze civili, informare, chiarire ,convincere, persuadere;
8. per fare questo ci vuole un programma di formazione e informazione stabile che prima di tutto intervenga nella scuola, quindi sostenga le scelte dei genitori, mettendo loro a disposizione servizi territoriali di informazione e formazione;
9. il vaccino va usato come si usa un farmaco cioè non è un atto banale che va garantito rispetto a eventuali effetti collaterali a partire prima di ogni altra cosa da una buona anamnesi;
10. la vaccinazione deve essere garantita ai cittadini predisponendo organizzazioni sanitarie diffuse capillari adatte ai loro orari prevedendo persino una somministrazione a domicilio nel senso di prestazioni mobili nel luogo di vita del cittadino.
Chi sostiene queste tesi non può essere definito no vax al contrario è un pro vax intelligente autonomo e responsabile e che non sopporta di essere ingannato su questioni tanto delicate.