Alexei Navalny punta il dito contro Lega e M5s: “Sono irrazionali e abbastanza irritanti i legami fra il regime di Putin e l’establishment italiano – ha detto in un’intervista all’Ansa il blogger, oppositore del presidente russo Vladimir Putin – quelli con i partiti di estrema destra sono incomprensibili, come nel caso della Lega, che ama molto Putin e Putin ama molto loro. Ma le loro ideologie sono opposte. Mi rincresce molto che il Movimento 5 Stelle abbia una posizione favorevole nei confronti di Putin perché, sulla base di tutto quello che loro dicono, lo dovrebbero odiare”.

I presunti legami tra Cremlino, M5s e Lega sono al centro di due report statunitensi che hanno acceso il dibattito in Italia nelle ultime settimane. L’8 dicembre, in un articolo (“Come resistere al
Cremlino”) pubblicato sulla rivista Foreign Affairs insieme all’ex vice assistente segretario alla Difesa Michael Carpenter, l’ex vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva sostenuto che Mosca ha interferito con il referendum costituzionale italiano dell’anno scorso, e si sta adoperando “per sostenere il movimento nazionalista della Lega Nord e quello populista dei Cinque Stelle in Italia, in vista delle prossime elezioni parlamentari”.

Il 10 gennaio, poi, lo staff del democratico Ben Cardin, importante membro della commissione esteri del Senato, pubblicava un rapporto di oltre 200 pagine in cui sostiene che l’Italia è un “possibile obiettivo per l’interferenza elettorale del Cremlino, che probabilmente cercherà di promuovere i partiti che sono contro il rinnovo delle sanzioni europee alla Russia”. Ovvero Lega e M5s, “partiti populisti anti-establishment” che sono “forti sostenitori delle politiche estere del Cremlino, hanno usato ampiamente fake news e teoria cospirative nelle loro campagne mediatiche, spesso architettate da media statali russi”.

“Fra l’Italia e la Russia esiste un rapporto solido  – ha proseguito Navalny, cui non è stato consentito di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali – e i russi considerano gli italiani un popolo speciale. Non è un segreto – argomenta – che il vostro paese è uno dei luoghi principali per gli investimenti dei soldi sporchi degli oligarchi e dei corrotti russi. Queste persone rubano in Russia miliardi di euro all’interno del sistema putiniano della corruzione e si divertono nei resort e nelle città balneari dove il russo è seconda lingua dopo italiano”.

“Credo – prosegue – che sia anche interesse dell’Italia, perché non avete bisogno di questa esportazione della corruzione dalla Russia, vi basta e avanza quella che avete voi stessi. D’altra parte l’export della corruzione è accompagnato da quello della criminalità organizzata e la crescita dei prezzi del mercato immobiliare, frutto degli investimenti per riciclare i soldi che hanno rubato”. “Io – conclude – sono cresciuto con il festival di Sanremo e le commedie all’italiana e per me, che sono nato ai tempi dell’Unione Sovietica, l’Occidente era anche e soprattutto quello: vorrei dunque che l’Italia fosse altrettanto amica del popolo russo e lo fosse meno dei funzionari corrotti”.

Il principale oppositore di Putin immagina per Mosca un futuro di maggiore prossimità all’Ue: “La Russia deve diventare un paese leader in Europa. Io sono certo che noi russi ne facciamo parte, lo dice la nostra mentalità, la forma delle nostre città e i paesi privilegiati dai nostri emigrati”. “Sì – ha detto rispondendo a una domanda in merito – è corretto dire che io mi ispiro al sistema politico europeo: quello americano è troppo unico, difficilmente replicabile. L’Unione Europea è un’unione di stati che, pur con tutti i suoi problemi, dalla Brexit alla Catalogna, è stata capace di garantire ai propri cittadini una vita stabile. L’ideologia putiniana, quella di una terza via della Russia, un’alterità rispetto al mondo occidentale e a quello asiatico, è nociva. Ed è oltretutto falsa perché le elite hanno i figli che studiano in Occidente, interessi in Occidente e usano questa ideologia come cortina fumogena per coprire i loro interessi. Le azioni interventiste, come in Siria, hanno fatto fallire l’Urss e faranno fallire anche la Russia di Putin”.

Il futuro di Navalny? La battaglia che porta avanti da anni per riconquistare i diritti che gli sono stati tolti: “Per sei anni non ho potuto lasciare la Russia poiché non mi è stato rilasciato il passaporto per l’estero. Lo hanno fatto solo quando mi sono dovuto recare a Barcellona per operarmi ad un occhio (dopo essere stato colpito al volto da una sostanza acida e aver riportato danni gravi, ndr). E mentre mi trovavo a Barcellona un’idea mi torturava: ma è possibile che io non potrò mai visitare Roma? Se non mi tolgono il passaporto proverò ad andarci”.

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