UN SACCHETTO DI BIGLIE di Christian Duguay. Con Dorian Le Clech, Batyste Fleurial, Patrick Bruel. Francia 2016. Durata 112’ Voto 4/5 (DT)
Parigi 1940. Joseph e Maurice, due bambini di famiglia ebraica, fuggono dalla persecuzione nazista antisemita, spronati da padre e madre, a loro volta in fuga, separatamente dagli altri tre figli più grandi, verso il Sud della Francia. Un sacchetto di biglie in estrema sintesi è questa storia qui: tragicamente semplice, magari anche già sentita da qualche parte, tratta comunque da un romanzo pubblicato in Francia nel 1973. Il canadese Duguay ne trae invece un adattamento ai limiti della perfezione dove convivono, in armonia e rispetto, epicità della fuga e senso dell’avventura con l’esposizione senza infingimento dello sterminio ebraico e l’esposizione veritiera di barbari episodi storici della Francia occupata (deportazione, fucilazione di partigiani, sadismo dei collaborazionisti e relativa violenta vendetta della Resistenza). La scelta di raccontare la storia solo dal punto di vista dei due ragazzini fuggiaschi, escludendo voci fuori campo e sottotrame impossibili, affidandosi così al moto in avanti del rocambolesco e continuo tentativo di sopravvivenza dei due, scansa qualunque retorica sull’argomento e dona una forza espressiva dirompente ed omogenea all’intera opera dal primo all’ultimo minuto di film.