IL VEGETALE di Gennaro Nunziante. Con Fabio Rovazzi, Ninni Bruschetta, Luca Zingaretti. Durata 90’. Voto 2/5 (DT)
Milano, 2017. Rovazzi, neolaureato in scienze della comunicazione, cerca un impiego di livello, anche etico, ma si ritrova soltanto a distribuire volantini. Mansione che svolge in modo talmente diligente tanto che la grande azienda per cui lavora decide di promuoverlo con uno stage. Finirà a raccogliere pomodori assieme a un gruppo di migranti nel Sud Italia. Esordio da attore al cinema dell’autore di Andiamo a comandare che sembrerebbe ricalcare le sorti naif e antimoderne dell’Artemio de Il Ragazzo di campagna. Invece Nunziante, allo script e alla regia come nel concluso sodalizio con Zalone, devia improvvisamente fuori Milano verso un’atmosfera tristanzuola, ben poco ilare, e abbondante di stereotipizzazioni di caratteri (la sorellina saccente e ghignosa, la maestrina) e di set (il paesello lindo del meridione), facendo penzolare irrisolto per tutto il film il rapporto di Rovazzi con il padre arricchito, puttaniere e farabutto. La penna prova grossolanamente a graffiare nel discorso etico sull’onestà, tra terreni da bonificare e condoni, ma la regia rende visivamente convenzionale ogni inquadratura ammosciando la dimensione della favola (se mai fosse stato questo l’obiettivo) in attesa di un cambio di passo che non arriva mai. Infine là dove Zalone era un personaggio comico (fastidiosamente) aggressivo, qui Rovazzi si fa (timidamente) vittima finendo per scomparire dal film. Meglio, per Nunziante in solitaria, un grigio ma funzionale lavoro industriale alla Come diventare grande nonostante i genitori.