In Italia c’è una campagna elettorale permanente, e ci sono temi che dovrebbero essere fuori dal dibattito politico e che invece ci finiscono dentro ogni giorno. Con tutti i problemi che abbiamo, sembra incredibile che i titoli dei giornali siano ancora dedicati ai vaccini. Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha parlato per oltre un’ora alla trasmissione Un giorno da pecora, rispondendo in qualche decina di secondi a una domanda sui vaccini.

Questi pochi attimi hanno scatenato la stampa. È vero che sia M5S che Salvini hanno espresso delle perplessità sulla legge Lorenzin. Il leader della Lega ha detto esplicitamente che lui ritiene dieci vaccini “troppi”, e persino “un rischio enorme”, tanto da scatenare le ire di Roberto Burioni che in un post ha affermato “Abbiamo un nuovo immunologo”.

La posizione di M5S è invece più complessa e merita un approfondimento. Innanzi tutto, è bene chiarire in modo forte e chiaro che i vaccini sono fondamentali, che le notizie di presunti “contaminanti” nei vaccini sono delle fandonie, che tra gli antivax c’è gente senza scrupoli che vende analisi inutili e sfrutta le paure dei genitori per il fine esclusivo dell’arricchimento personale. Gli antiscienza però, non sono solo presenti all’interno del Movimento 5 Stelle, ma in tutte le forze politiche. Su alcuni aspetti, la scienza non può essere democratica e le bufale sui vaccini devono essere combattute con forza. Possono essere utili delle leggi particolarmente coercitive per aumentare la copertura vaccinale? Questo argomento specifico è invece più controverso e merita un approfondimento. Nature, una delle principali riviste scientifiche del mondo, non Topolino, ha, in un editoriale appena uscito, espresso delle perplessità sulla nuova legge approvata in Francia (analoga a quella italiana) per rendere obbligatori undici vaccini. È innegabile che quanto scritto su Nature sia davvero molto simile a quanto afferma il Movimento 5 Stelle sul proprio sito e soprattutto a quanto sostiene Guido Silvestri, l’immunologo che ha contribuito a scrivere il disegno di legge del M5S.

È bene chiarire che né Silvestri e tantomeno Nature mettono in dubbio l’importanza di avere le più alte coperture vaccinali possibili. Questo è l’obiettivo di tutti. La discussione (lecita) è semmai sul come ottenerle e se una strategia di tipo coercitivo possa essere la migliore possibile. È bene ricordare che gli antivax sono pochi, pochissimi, e che in ogni caso convincerli sarebbe problematico, perché hanno un rapporto conflittuale con la scienza. I servizi vaccinali sono in difficoltà e già sovraccaricati di persone che i propri figli lo vogliono vaccinare: andare anche a scontrarsi con gli estremisti no-vax appare uno sforzo immane e poco produttivo.

Invece, altre strategie potrebbero essere più efficaci, come ad esempio aggiornare l’anagrafe vaccinale e mandare un sms ai genitori poco prima del richiamo e soprattutto rendere l’accesso alle vaccinazioni più semplice, come appunto suggerito da Nature, oppure introdurre l’obbligo della vaccinazione per il personale sanitario, che dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio. Non si può vivere in un conflitto perenne con gli antivax. Se è vero che a volte l’obbligo vaccinale può aver avuto degli effetti benefici, (vedi caso della California citato continuamente in questi giorni), non è detto che le politiche coercitive in tema di sanità pubblica traslate in un altro contesto siano sempre efficaci.

Quello che funziona in una situazione specifica potrebbe invece essere controproducente in un’altra. Il fumo fa sicuramente male, e non causa danni solo alle persone che fumano, ma anche alla collettività, perché il Servizio sanitario nazionale si trova a dover investire risorse su degli individui che si sono comportati in modo irresponsabile. Tuttavia, la soluzione non è una politica proibizionistica come nel caso dell’alcool negli anni trenta, perché si creano più danni di quelli che si vorrebbero risolvere. Insistere sull’obbligo vaccinale indiscriminato senza decidere delle priorità, potrebbe essere una scelta altrettanto deleteria. In conclusione, le affermazioni Di Maio non sono affatto lontane dall’articolo di Nature, e tutt’altro che irragionevoli. Certo che i vaccini devono essere fatti, ma su obbligo o raccomandazione si può discutere.

Se il Movimento 5 stelle vuole davvero governare questo nostro meraviglioso Paese però, non può strizzare l’occhio a un’esigua minoranza rumorosa, quella degli antivax, ma deve poter parlare a un pubblico vasto prendendo posizioni chiare.

PS: i commenti sono ovviamente i benvenuti, ma trattandosi di un tema davvero delicato, pregherei prima di leggere con attenzione l’articolo di Nature, di cui riporto il collegamento per la seconda volta.

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