Un avviso di conclusione delle indagini con l’accusa di voto di scambio per quello che è l’uomo forte di Forza Italia in Campania. Finisce ancora sotto inchiesta Luigi Cesaro, alias “a purpetta“, l’ex presidente della provincia di Napoli, deputato del partito di Silvio Berlusconi. Indagato con lui è anche il figlio, Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale. E poi Flora Beneduce, altra consigliera del partito azzurro in regione Campania.

Secondo la tesi accusatoria, i reati sarebbero stati compiuti tra il maggio ed il giugno del 2015, in occasione cioè delle ultime elezioni regionali. Tra gli episodi contestati la presunta raccomandazione di un praticante per entrare in uno studio legale che Cesaro avrebbe promesso ad un elettore in cambio di voti per il figlio, ma anche il pagamento di abbonamenti ad alcuni elettori alla piscina di Portici di proprietà dei Cesaro. Non è stato contestato invece alcun passaggio di danaro, come invece è accaduto per l’inchiesta gemella sul voto di scambio di cui si occupa la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che nel maggio dello scorso anno aveva portato in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa i fratelli del deputato, gli imprenditori Aniello e Raffaele. Nella stessa inchiesta Luigi Cesaro è indagato per  minacce a pubblico ufficiale aggravate dal metodo mafioso.

La nuova accusa di voto di scambio arriva proprio mentre Cesaro è in ballo per ricandidarsi alle lezioni politiche del prossimo 4 marzo. Tre anni fa, quando era stato coinvolto dall’ultima inchiesta giudiziaria, aveva annunciato l’intenzione di ritirarsi alla fine della legislatura. Nelle ultime settimane, dunque, si è molto parlato di una candidatura del figlio Armando alla Camera dei Deputati. Adesso, però, Cesaro senior ci avrebbe ripensato: sarebbe pronto a correre al Senato. E a anche il figlio – che in ossequio al padre è soprannominato “a purpittina“, cioè la polpettina –  rimarrebbe in lizza per un posto a Montecitorio. Ipotesi che ha spaccato il partito in Campania.

Dai vertici di Forza Italia, però, è arrivato l’ordina di blindare i Cesaro. E il partito ha subito diffuso una nota per bollare l’inchiesta sui Cesaro come giustizia a orologeria. “Un puntuale intervento giudiziario alla vigilia di consultazioni elettorali. Non a caso l’attività investigativa protrattasi per circa 3 anni giunge puntualmente a conclusione in coincidenza della presentazione delle liste e dell’imminente campagna elettorale”, scrive il coordinamento regionale del partito di Berlusconi. Che poi si improvvisa tribunale passando in rassegna le prove raccolte dagli inquirenti nei confronti dei Cesaro: “Gli stessi fatti addebitati per natura, tenuità e soprattutto per come vengono descritti non sono assolutamente idonei a dimostrare l’accusa formulata. Né ci meravigliamo più nemmeno di fronte al doppiopesismo giudiziario che, nel caso di esponenti di sinistra, sorvola su alcune vicende che hanno avuto vastissima eco anche nazionale (incitazione pubblica al voto di scambio) e conclude con celerità encomiabile (qualche settimana) procedimenti inerenti ipotesi accusatorie analoghe”.

In ogni caso Forza Italia pare essere intenzionata a candidare comunque i Cesaro. Nonostante siano coinvolti ii un’inchiesta per voto di scambio gli azzurri parlano di “libero consenso”. Il partito – continua, infatti,  la nota – “non si lascerà in alcun modo intimidire da simili iniziative e lotterà per evitare che il libero consenso dei cittadini possa essere condizionato o inquinato da interferenze giustizialiste a difesa del principio costituzionale della sovranità popolare“. Ostenta sicurezza anche Cesaro junior che su facebook scrive: “Non ho nulla da temere. Quando si ha la coscienza pulita si affronta tutto con serenità. Io ho fiducia nella verità, che presto o tardi arriva. Per tutti”.

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