“Convergenze programmatiche e non alleanze”. Luigi Di Maio chiarisce quali sono le intenzioni del Movimento 5 stelle nel caso in cui non dovesse raggiungere la maggioranza assoluta e spiega perché non c’è mai stata nessuna frattura sul tema tra il candidato premier e Beppe Grillo, con il quale “c’è assoluta sintonia“. Intervistato del Corriere della Sera, Di Maio ha detto: “Tutto dovrà ruotare attorno ai bisogni degli italiani, perché quello che proponiamo è proprio un cambio di prospettiva rispetto a come è stato governato fino a oggi il Paese. Il mio appello si baserà su punti semplici e chiari”. Il candidato M5s ha parlato anche delle Parlamentarie, liquidando le polemiche degli esclusi come “sterili“.
Le parole di Grillo nel giorno della consegna dei simboli – fare alleanze per il Movimento è come “per un panda mangiare carne” – erano state interpretate come un cambio di posizione rispetto a quanto sostenuto da Di Maio, che da tempo ripete come “la sera delle elezioni parleranno con chi ci sta”, ma aveva già rinnegato la parola “alleanza”. Qualcuno aveva parlato di una frattura, smentita sabato dalla coppia con un post a doppio firma sul blog del garante M5s. “Abbiamo un unico programma presentato assieme al simbolo e un unico candidato premier – si legge nella nota – Come sempre abbiamo detto, la sera delle elezioni, se non dovessimo aver raggiunto la maggioranza assoluta, faremo un appello pubblico a tutti i gruppi e chiederemo di dare un governo a questo Paese sui temi. No spartizioni di poltrone o di potere, ma soluzioni concrete ai problemi del Paese”.
Una linea ribadita da Di Maio al quotidiano di via Solferino, a cui spiega anche cosa succederà la sera delle elezioni: “Avremo venti punti, tra cui ridurre le tasse a imprese e lavoratori, dare incentivi concreti alle famiglie con figli, non permettere mai più che un italiano o un pensionato viva sotto la soglia di povertà, liberare le imprese dalla burocrazia, combattere seriamente la corruzione, tagliare sprechi e privilegi per investirli in settori ad alto moltiplicatore per dimezzare subito la disoccupazione giovanile. E allora – rimarca Di Maio – vedremo chi vorrà dire no a questi punti”.
L’esponente del Movimento afferma di non temere che Grillo gli rubi la scena: “Ci sarà come c’è sempre stato, e sono felice di averlo al mio fianco. Temo solo una cosa: l’astensione. Mi auguro che gli elettori si rendano conto che il Pd con questa legge elettorale ha favorito Berlusconi e che votare per l’uno o per l’altro non fa differenza”. Parlando invece delle Parlamentarie, Di Maio aggiunge: “Abbiamo delle regole severe ma giuste e dei requisiti stringenti che impediscono che il Movimento venga usato come navicella per essere spediti in Parlamento. Abbiamo aperto a nuove competenze come professori universitari, ricercatori, imprenditori, professionisti e tanti giovani ma allo stesso tempo pretendiamo il massimo rispetto delle nostre regole e dei nostri principi”. Sull’esclusione per turpiloquio, “il problema non è la parolaccia, ma chi usa parole e linguaggi di odio“.