Promesse di appalti, nomine e assunzioni. Dal piccolo favore alla maxi commessa. E qualche volta sarebbero girati soldi. Sono dodici i casi di voto di scambio che la Procura di Napoli Nord contesta alla famiglia del deputato di Forza Italia Luigi Cesaro e del capogruppo azzurro al consiglio regionale della Campania, il figlio Armando, entrambi indagati insieme ai fratelli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro. Dodici capi di imputazione riassunti nelle dodici pagine dell’avviso conclusa indagine firmato dal pm Simone De Roxas e notificato a 29 indagati. Fatti e circostanze risalenti alla campagna elettorale delle regionali 2015, quella della cavalcata trionfale di Armando Cesaro, primo eletto in Forza Italia con 27.937 preferenze.
Con la premessa che l’avviso non è una sentenza di colpevolezza – gli indagati hanno venti giorni di tempo per chiedere interrogatorio, presentare memorie e illustrare le ragioni delle loro difese e solo dopo il pm deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o proporre archiviazione – ilfattoquotidiano.it ha ricostruito l’elenco delle presunte clientele dei Cesaro e dei loro complici. Sarebbero avvenute per lo più nel comune di Marano, dove i fratelli Aniello e Raffaele hanno costruito il Piano di insediamento produttivo finito nel mirino della Dda di Napoli (pm Mariella Di Mauro) che a maggio ne ha ottenuto l’arresto con l’accusa di aver realizzato l’affare insieme alla camorra del clan Polverino. I due fratelli Cesaro sono ancora in carcere (misura confermata pochi giorni fa dalla Cassazione), e dalle intercettazioni di quell’inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros di Napoli agli ordini del tenente colonnello Gianluca Piasentin, sono stati scoperti gli episodi di voto di scambio. In assenza di aggravanti mafiose, questa porzione di indagine è stata stralciata e trasmessa per competenza a Napoli Nord.
Si va dalla ‘garanzia’ di un mega-appalto da 10 milioni di euro nell’Area di Sviluppo Industriale del casertano, che avrebbe dovuto procurare un “guadagno netto di almeno 2 milioni di euro” all’imprenditore Antonio Di Guida, ex assessore provinciale e coindagato insieme ai fratelli Cesaro nella ‘inchiesta madre’ Dda, alla promessa di far nominare V. C. a direttore del distretto sanitario 38 dell’Asl Napoli 2 grazie all’aggancio di un direttore di dipartimento. A una famiglia sarebbe stato promessa un’assunzione a Poste Italiane in cambio di 30 voti, da documentare con la foto delle schede, una pratica vietatissima che prevede, se il presidente di seggio se ne accorge, la denuncia immediata all’autorità giudiziaria. Ad un altro ‘sostenitore’ di Cesaro jr, L.D.B., fu promessa e poi fatta ottenere la nomina di componente dell’Oiv, l’organismo di autovalutazione interna della Regione Campania.
Due capi di imputazione riguardano i nulla osta ottenuti con l’assenso dei vertici politici e amministrativi del comune di Marano per lo spostamento di un dirigente e di un agente di polizia municipale verso altri impieghi, il primo al Demanio e il secondo presso lo staff di un capogruppo consiliare della Campania. I due avrebbero dovuto ricambiare il piacere con il sostegno elettorale a Cesaro jr. A un medico, precario, fu assicurata la stabilizzazione del contratto presso l’ospedale di Giugliano, a un sottotenente di polizia municipale invece furono date rassicurazioni per la figlia dottoressa: un’assunzione all’ospedale San Raffaele di Milano, dove forse i Cesaro vantavano buoni agganci (ma l’assunzione non si perfezionò). Un uomo di Portici, C. G., per portare un po’ di preferenze ad Armando avrebbe ricevuto due abbonamenti gratuiti al Centro Sportivo locale ‘Aquilasport’ amministrato da Aniello Cesaro. E ad una signora, dipendente della partecipata “Armena sviluppo” fu promesso che sarebbe stata promossa da addetta al verde pubblico a impiegata.
Due capi di imputazione coinvolgono Flora Beneduce, consigliera regionale di Forza Italia eletta con 14.373 preferenze. E’ indagata anche lei per voto di scambio. Era in ticket con Armando Cesaro: in Campania la legge elettorale prevede la doppia preferenza di genere. Secondo la prima accusa, in concorso con Raffaele Cesaro, avrebbe consegnato a un uomo, A. S., 2mila euro, “in cambio dell’assicurazione di almeno 300 voti promettendo, ad elezione avvenuta, l’ulteriore remunerazione di 10.000 euro”. Il pm inoltre le contesta di aver partecipato a una trama di Luigi e Armando Cesaro: far assumere un avvocato nello studio legale del nipote della signora Beneduce “in cambio della convergenza di voti a favore di entrambi”. Ovvero far scrivere sulla scheda Cesaro-Beneduce. E nel napoletano in tanti hanno votato così.
Giustizia & Impunità
Voto di scambio, le promesse dei Cesaro contestate dalla Procura di Napoli: da nomine e assunzioni al mega-appalto
Armando e Luigi Cesaro, capogruppo al consiglio regionale campano e deputato di Forza Italia, sono indagati dai pm per fatti e circostanze risalenti alla campagna elettorale delle regionali 2015. Ilfattoquotidiano.it ha ricostruito l’elenco delle presunte clientele della famiglia e dei loro complici: dalla garanzia di una commessa da 10 milioni di euro, all'impegno di piazzare gli amici in Asl, ospedali o alle Poste
Promesse di appalti, nomine e assunzioni. Dal piccolo favore alla maxi commessa. E qualche volta sarebbero girati soldi. Sono dodici i casi di voto di scambio che la Procura di Napoli Nord contesta alla famiglia del deputato di Forza Italia Luigi Cesaro e del capogruppo azzurro al consiglio regionale della Campania, il figlio Armando, entrambi indagati insieme ai fratelli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro. Dodici capi di imputazione riassunti nelle dodici pagine dell’avviso conclusa indagine firmato dal pm Simone De Roxas e notificato a 29 indagati. Fatti e circostanze risalenti alla campagna elettorale delle regionali 2015, quella della cavalcata trionfale di Armando Cesaro, primo eletto in Forza Italia con 27.937 preferenze.
Con la premessa che l’avviso non è una sentenza di colpevolezza – gli indagati hanno venti giorni di tempo per chiedere interrogatorio, presentare memorie e illustrare le ragioni delle loro difese e solo dopo il pm deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o proporre archiviazione – ilfattoquotidiano.it ha ricostruito l’elenco delle presunte clientele dei Cesaro e dei loro complici. Sarebbero avvenute per lo più nel comune di Marano, dove i fratelli Aniello e Raffaele hanno costruito il Piano di insediamento produttivo finito nel mirino della Dda di Napoli (pm Mariella Di Mauro) che a maggio ne ha ottenuto l’arresto con l’accusa di aver realizzato l’affare insieme alla camorra del clan Polverino. I due fratelli Cesaro sono ancora in carcere (misura confermata pochi giorni fa dalla Cassazione), e dalle intercettazioni di quell’inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros di Napoli agli ordini del tenente colonnello Gianluca Piasentin, sono stati scoperti gli episodi di voto di scambio. In assenza di aggravanti mafiose, questa porzione di indagine è stata stralciata e trasmessa per competenza a Napoli Nord.
Si va dalla ‘garanzia’ di un mega-appalto da 10 milioni di euro nell’Area di Sviluppo Industriale del casertano, che avrebbe dovuto procurare un “guadagno netto di almeno 2 milioni di euro” all’imprenditore Antonio Di Guida, ex assessore provinciale e coindagato insieme ai fratelli Cesaro nella ‘inchiesta madre’ Dda, alla promessa di far nominare V. C. a direttore del distretto sanitario 38 dell’Asl Napoli 2 grazie all’aggancio di un direttore di dipartimento. A una famiglia sarebbe stato promessa un’assunzione a Poste Italiane in cambio di 30 voti, da documentare con la foto delle schede, una pratica vietatissima che prevede, se il presidente di seggio se ne accorge, la denuncia immediata all’autorità giudiziaria. Ad un altro ‘sostenitore’ di Cesaro jr, L.D.B., fu promessa e poi fatta ottenere la nomina di componente dell’Oiv, l’organismo di autovalutazione interna della Regione Campania.
Due capi di imputazione riguardano i nulla osta ottenuti con l’assenso dei vertici politici e amministrativi del comune di Marano per lo spostamento di un dirigente e di un agente di polizia municipale verso altri impieghi, il primo al Demanio e il secondo presso lo staff di un capogruppo consiliare della Campania. I due avrebbero dovuto ricambiare il piacere con il sostegno elettorale a Cesaro jr. A un medico, precario, fu assicurata la stabilizzazione del contratto presso l’ospedale di Giugliano, a un sottotenente di polizia municipale invece furono date rassicurazioni per la figlia dottoressa: un’assunzione all’ospedale San Raffaele di Milano, dove forse i Cesaro vantavano buoni agganci (ma l’assunzione non si perfezionò). Un uomo di Portici, C. G., per portare un po’ di preferenze ad Armando avrebbe ricevuto due abbonamenti gratuiti al Centro Sportivo locale ‘Aquilasport’ amministrato da Aniello Cesaro. E ad una signora, dipendente della partecipata “Armena sviluppo” fu promesso che sarebbe stata promossa da addetta al verde pubblico a impiegata.
Due capi di imputazione coinvolgono Flora Beneduce, consigliera regionale di Forza Italia eletta con 14.373 preferenze. E’ indagata anche lei per voto di scambio. Era in ticket con Armando Cesaro: in Campania la legge elettorale prevede la doppia preferenza di genere. Secondo la prima accusa, in concorso con Raffaele Cesaro, avrebbe consegnato a un uomo, A. S., 2mila euro, “in cambio dell’assicurazione di almeno 300 voti promettendo, ad elezione avvenuta, l’ulteriore remunerazione di 10.000 euro”. Il pm inoltre le contesta di aver partecipato a una trama di Luigi e Armando Cesaro: far assumere un avvocato nello studio legale del nipote della signora Beneduce “in cambio della convergenza di voti a favore di entrambi”. Ovvero far scrivere sulla scheda Cesaro-Beneduce. E nel napoletano in tanti hanno votato così.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.