L’ex president della Generalitat catalana è andato in Danimarca per prendere parte ad un dibattito organizzato dall’università malgrado la minaccia di un’azione immediata della procura spagnola. Un primo mandato d'arresto era stato revocato dalla Corte Suprema
Il 5 dicembre erano stati ritirati i mandati d’arresto internazionali a carico di Carles Puigdemont e degli altri quattro ex ministri catalani destituiti che si trovano in Belgio, lasciando però in vigore quello per la Spagna. Ma ora la procura spagnola, scrive il quotidiano La Vanguardia, ha chiesto la riattivazione del provvedimento a carico dell’ex premier, dopo avere appreso che ha lasciato Bruxelles per recarsi a Copenaghen, in Danimarca. A decidere sarà sempre Pablo Llarena, lo stesso giudice della Corte suprema spagnola che aveva ritirato il mandato d’arresto.
Intanto oggi il presidente del parlamento catalano Roger Torrent dovrebbe annunciare oggi il nome del candidato presidente della Catalogna che sarà sottoposto all’investitura il 31 gennaio. Torrent farà con ogni probabilità il nome del presidente uscente Carles Puigdemont che ha l’appoggio della maggioranza assoluta indipendentista ed è inoltre per ora il solo nome indicato dai gruppi politici del parlamento di Barcellona. E più volte in questi giorni il leader catalano ha detto di voler governare la regione da Bruxelles nel caso in cui dovesse essere confermato president della Catalogna.
L’ex president della Generalitat catalana ha scelto di recarsi in Danimarca per prendere parte ad un dibattito organizzato dall’università malgrado la minaccia di un’azione immediata della procura spagnola presso la Corte Suprema per attivare nei suoi confronti il mandato d’arresto europeo. Il volo proveniente da Charleroi è atterrato nella capitale danese alle 8.19 locali.
Domenica 21 gennaio i media di Madrid scrivevano che se Puigdemont avesse mantenuto i suoi piani di recarsi a Copenaghen la Procura generale spagnola ne avrebbe chiesto l’arresto. Un primo mandato d’arresto emesso dalla magistratura spagnola nelle settimane scorse è stato revocato dalla Corte suprema, in parte perché ci si aspettava che il leader catalano sarebbe prima o poi tornato in Catalogna, dove il mese scorso le forze separatiste sono riuscite a mantenere la maggioranza nel voto anticipato.