Il dirigente dell’istituto comprensivo “Costantini” in una lettera al primo cittadino spiega che avrebbe voluto togliere la scritta “per aggiungere alcune frasi esplicative". Andrea Manzi, sindaco del paese che si è definito ufficialmente gay friendly, lo accusa: "Dietro il gesto una mentalità retrograda". E chiede alla ministra dell’Istruzione l’avvio di un procedimento disciplinare
È guerra a Casamarciano tra il sindaco Andrea Manzi e Roberto Valentini, il dirigente dell’istituto comprensivo “Costantini”. Nel paese che per volontà dell’amministrazione si è definito ufficialmente gay friendly, a dividere i due è uno striscione fatto dai bambini della classe quinta della primaria e affisso a scuola in occasione dell’open day: “La scuola ripudia l’omofobia”. È proprio quest’ultima parola ad aver messo in subbuglio un’intera comunità.
Da una parte il preside che in una lettera al primo cittadino spiega che avrebbe voluto togliere lo striscione “per aggiungere alcune frasi esplicative, visto che non tutta l’utenza della scuola è composta da diplomati o laureati”. Dall’altra parte il sindaco, offeso dalle parole del capo d’istituto e dal gesto di Valentini che con il vice preside aveva già messo le mani sullo striscione. Manzi si è indignato e ha scritto alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli per chiedere l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del dirigente scolastico: “Valentini – spiega il sindaco – nella sua lettera ha dato dell’ignorante alla mia comunità. La mia gente sa bene cos’è l’omofobia. Ho chiesto all’ufficio scolastico regionale e alla ministra di intervenire perché il preside ha violato l’articolo tre della Costituzione. A livello culturale la posizione del dirigente è inaccettabile. Non c’era nulla da capire di fronte a quello striscione. Era chiaro e comprensibile a tutti. Penso che dietro questo gesto vi sia una mentalità retrograda”.
Secondo quanto raccontato da Valentini, nella lettera inviata al sindaco i fatti sarebbero andati in questo modo: alcuni genitori avrebbero chiesto spiegazioni e frainteso il senso dello striscione. A quel punto il preside avrebbe deciso di toglierlo per “aggiungere alcune frasi esplicative”. Un’iniziativa bloccata immediatamente da un’insegnante che ha innescato la polemica e non ha permesso l’aggiunta di alcuna spiegazione alla frase scritta dai bambini. Da lì la bufera. La prima ad indignarsi sarebbe stata l’assessore all’istruzione, Filomena Iorio, presente nella scuola in quel momento.
Il resto è la storia di un botta e risposta tra il preside e il sindaco. Quest’ultimo ora è deciso ad andare fino in fondo e nei giorni scorsi ha preso carta e penna per chiedere “l’avvio di un procedimento disciplinare proporzionale alla gravità della condotta altamente diseducativa” del preside. Manzi ha chiesto di essere ascoltato e ora è pronto ad organizzare un incontro “teso ad esplicare alla comunità l’inderogabile necessità delle attività di contrasto a qualsivoglia forma di discriminazione”. Dal canto suo, il preside nella lettera inviata in municipio mette le mani avanti: “La nostra scuola è stata sempre aperta a tale problematiche ed è estremamente scorretto stravolgere un’azione che serviva a meglio specificare la nostra posizione, poiché la scuola è ed è sempre stata contro qualsiasi discriminazione di qualsiasi natura”.