Uno ha annunciato l’intenzione di rispettare il limite Ue che fissa al 3% il tetto per il rapporto tra deficit e pil. L’altro, invece, no: per lui quella regola non esiste. Solo su una cosa sono d’accordo: no alle larghe intese dopo le elezioni. A 40 giorni dalle politiche del prossimo 4 marzo il centrodestra si trova già spaccato. E su un tema fondamentale: i rapporti con l’Unione Europea. Nel day after del ritorno a Bruxelles di Silvio Berlusconi, accolto dai leader europei come “argine contro ogni tipo di populismo, Matteo Salvini decide di tornare a marcare le posizioni della Lega. “Il numerino 3, se danneggia le imprese e le famiglie italiane, per noi non esiste. Se ci sono regolamenti Ue che danneggiano le famiglie italiane quei regolamenti per il governo Salvini non esistono: come la Bolkestein, la direttiva Banche”, dice il numero uno del Carroccio riferendosi al rapporto tra deficit e prodotto interno lordo.  E poi: “L’euro era e resta un esperimento sbagliato che ha danneggiato il lavoro e l’economia italiana. Noi non cambiamo idea. Ci prepariamo a difendere l’interesse nazionale come abbiamo sottoscritto nel programma del centrodestra con la prevalenza della Costituzione sull’ ordinamento Ue”.

Una replica diretta alle parole di Berlusconi, che qualche giorno fa aveva sostenuto: “Non si può uscire dall’euro e anche Salvini ne è assolutamente convinto“. A quanto pare non così tanto. Ieri, invece, il leader di Forza Italia ha cominciato il suo tour di due giorni al centro dell’Europa, dove ha presentato il programma elettorale nella sede del Partito popolare europeo, assicurando che il centrodestra intenderà “rispettare la regola del 3% del deficit“. Una linea praticamente opposta a quella dell’alleato Salvini. Ma d’altra parte l’ex cavaliere è andato a Bruxelles per “riaccreditarsi” come interlocutore dei leader europei: ha incontrato Antonio Lopez, segretario generale del Ppe, Michel Barnier, capo negoziatore Ue sulla Brexit, Jean-Claude Juncker, presidente della commissione europea, e Manfred Weber, leader dei popolari europei.

“È una gran cosa che Silvio Berlusconi sia a Bruxelles. Abbiamo le stesse idee: avere un’Europa e un’Italia. Non credo che ci sia bisogno di alcuna riabilitazione: è un grande europeo e un grande statista italiano“, ha detto Weber. “L’incontro con Berlusconi? Eccellente“, il commento di Juncker, mentre Angela Merkel si è lanciata in un abbraccio con l’ex premier pregiudicato, subito immortalato dai fotografi. Insomma sono lontanissimi i tempi in cui la cancelliera ridacchiava – spalleggiata da Nicolas Sarkozy – prima di rispondere a una domanda su Berlusconi nel 2011, poco prima che l’allora presidente del consiglio fosse costretto alle dimissioni. Acqua passata. Adesso, infatti, l’Europa guarda con preoccupazione sia alla crescita del Movimento 5 Stelle che alle sfumature sovraniste portate avanti da Salvini e da Giorgia Meloni. E visto che i sondaggi danno in svantaggio il Pd di Matteo Renzi, per Bruxelles è tornato ad essere Berlusconi “l’argine” contro la “deriva dei partiti anti establishment”.

Ed è per questo motivo che la visita di dell’ex cavaliere a in Europa non è piaciuta a Salvini.  “L’Italia non ha bisogno di garanti, siamo una Repubblica libera e sovrana che è stata calpestata dagli interessi di Bruxelles e Berlino, quindi sono gli italiani a dover essere garantiti da questo”, ha detto ieri sera il leader della Lega cercando di sminuire il peso politico dell’alleato azzurro. Corteggiato persino con l’ipotesi Quirinale. “Berlusconi presidente della Repubblica? È un ragionamento interessante ma non dico altro”, ha detto prima di smentire tutta la linea tenuta dall’ex cavaliere a Bruxelles.

“Sul 3% Berlusconi sbaglia?”, chiedono al leader del Carroccio ad Agorà. “Lui dice che è discutibile. Io sono più diretto”, risponde Salvini. Che per chiarire meglio il concetto ha annunciato la candidatura con la Lega in Abruzzo e Lazio di Alberto Bagnai, docente universitario e autore del libro “Il tramonto dell’Euro“. “Per primo fra tutti in Italia – lo ha presentato il segretario – Bagnai ha detto che il re è nudo, che l’euro è stato esperimento sbagliato. Era e resta un esperimento sbagliato che ha danneggiato”. Non esattamente la posizione tenuta da Berlusconi in Europa. Sarà per questo che il numero uno del Carroccio ha sottolineato di non essere “disponibile a sostenere governi con il centrosinistra imposti dalla Ue”. A Bruxelles, infatti, vedrebbero benissimo un ritorno alle larghe intese. Su questo punto, però, Berlusconi sembra essere d’accordo con l’alleato leghista: “Escludo la possibilità di una grande coalizione, non c’è nessuna possibilità che accada, avremo la maggioranza alla Camera e al Senato”, dice l’ex premier incandidabile parlando sempre dalla capitale belga. Da oggi  al 4 marzo c’è tempo per  cambiare idea.

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