"Mamma aiuto, il treno sta deragliando...". Sono le ultime parole di Giuseppina Pirri, 39 anni, una delle tre persone che hanno perso la vita nel convoglio. Pierangela Tadini aveva 51 anni e Ida Ida Maddalena Milanesi 61
Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano), viaggiava con la figlia Lucrezia di 18 anni, che si è salvata ma è rimasta ferita. “Lucrezia ha preso una botta forte, è in ospedale, cercate di capire” ha raccontato una parente ai giornalisti che, a Vanzago, le chiedevano informazioni sulla donna. La 18enne è stata soccorsa e trasportata in ospedale: “Ancora non sono riuscita a parlarle, è un dramma vero”.
Ida Maddalena Milanesi, 62 anni, anche lei di Caravaggio, medico, specializzata in radiologia, neurologia e neurologia oncologica, dirigente dello staff di radioterapia dell’istituto Neurologico Besta di Milano, stava andando proprio in ospedale.
“Ida era qui da moltissimi anni e non è facile condensare tanti ricordi in poche parole. In questo momento viviamo una condizione di choc che investe tutto l’Irccs e tutti i medici, gli infermieri, il personale di radioterapia e radiologia. Ma soprattutto i malati”, insiste DiMeco. Il suo telefonino non smette di squillare, con “messaggi di pazienti che ne ricordano una bontà d’animo veramente rara. Ida per i malati si annullava, dava il suo numero di cellulare a tutti. Assisteva in particolare pazienti oncologici, casi anche pesanti, impegnativi, e questa immensa dedizione le faceva ancora più onore”. La neurologa “era mamma di una ragazza che si sta laureando in Medicina” e riguardano lei le ultime parole che aveva scambiato con il suo capo Dipartimento. “Proprio ieri – conclude il neurochirurgo – mi aveva confidato quanto le avrebbe fatto piacere che la figlia potesse fare un’esperienza qui e io le avevo assicurato che non ci sarebbero stati problemi”. In qualche modo “è come se me l’abbia affidata” e oggi, nell’ora del dolore, anche per una mente scientifica è difficile non pensare a “una sorta di presentimento. Come se sentisse di dover pensare al suo futuro”.