C’è una linea di confine sotterranea che taglia in due la Cosenza che si prepara a celebrare l’inaugurazione del nuovo ponte di Calatrava, questa sera, venerdì 26 gennaio. Una frontiera invisibile a chi non conosce le viscere della città di Bernardino Telesio, dove una parte consistente della popolazione vive ai margini, intrappolata nella decadente bellezza del suo centro storico. Qui, tra i palazzi sventrati dal tempo, la casa è un sogno. E, mentre un folto gruppo dei suoi abitanti aspetta da decenni l’assegnazione di una casa popolare che non arriverà, c’è chi nelle case popolari vive in condizioni di degrado. Dopo le rivelazioni del Corriere della Calabria, che hanno documentato come il 33% del ponte di Calatrava sia stato costruito con ex fondi GESCAL (Gestione Case Lavoratori), destinati in origine all’edilizia residenziale pubblica, una parte della città ha deciso di sbattere il pugno sul tavolo.
Nel giorno dell’inaugurazione del ponte, che si annuncia come spettacolare e si terrà alla presenza dell’architetto Santiago Calatrava, sono previsti due cortei di protesta. Uno organizzato dal movimento Prendocasa, che da anni si occupa della questione dell’emergenza abitativa a Cosenza, l’altra organizzata dal Partito Comunista di Cosenza. “Ci chiediamo come sia possibile che in una regione come la Calabria vengano spesi fondi regionali destinati alle case popolari, per costruire un ponte”, afferma Stefano Catanzariti, del comitato “Piazza Piccola”, che da anni chiede una riqualificazione del centro storico. “È assurdo non si sia data priorità all’emergenza abitativa” afferma Gilberto Fialà, del Partito Comunista. “Scenderemo in piazza per chiedere l’intitolazione del ponte a Raffaele “Maurizio” Tenuta”, aggiunge, ricordando l’operaio scomparso, dopo mesi di agonia, a causa di un incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere del ponte di Calatrava. “È vergognoso”, afferma Fialà “che in mezzo a tutte le celebrazioni non si sia trovato il tempo per ricordare la vittima del cantiere”. Il sindaco Mario Occhiuto replica alle critiche con fermezza. “I fondi ex GESCAL il Comune li ha ottenuti dalla Regione“, spiega. “Le risorse con cui il ponte è stato costruito sono state destinate all’opera più di vent’anni fa e sarebbero andate perdute in caso di mancata realizzazione”. E aggiunge: “Se avessi malauguratamente bloccato l’opera non solo non avremmo ottenuto i finanziamenti, ma il Comune avrebbe dovuto pagare con proprie risorse di bilancio i danni all’impresa. Oggi invece nessun investimento comunale e un’opera pubblica a patrimonio comunale”. Forti critiche arrivano anche sulla cifra spesa per l’evento di inaugurazione del ponte, che ammonta a 126mila euro. “La spesa per l’evento comprende gli sponsor” spiega il sindaco. “Ed ha già aderito la ditta costruttrice Cimolai”. Il primo cittadino conclude, rispondendo ai cittadini che, ad oggi, sono sul piede di guerra: “Per quanto riguarda l’emergenza abitativa, siamo l’unico Comune che non solo ha previsto somme di bilancio in sostituzione a quelle che la Regione ha definanziato, ma ha addirittura aumentato il numero dei beneficiari”. Intanto, nella città divisa in due, c’è chi si prepara a festeggiare e chi si prepara per protestare