DOWNSIZING di Alexander Payne. Con Matt Damon, Christoph Waltz, Chau Hong. Usa 2017. Durata 140’. Voto 1,5/5 (DT)
Paul Safranek (Damon dalle tempie ingrigite e con una pancetta da primato) è un terapista occupazionale che dà consigli posturali agli operai di una macelleria di Omaha (Nebraska). Assieme alla moglie Audrey accetta di andare a vivere a Leisureland comprensorio di umani piccini piccini che si sta sempre più espandendo nel New Mexico, spazio che è frutto di un esperimento del rimpicciolimento di esseri umani avvenuto in un laboratorio norvegese. Per la coppia sarebbe la soluzione di molti problemi economici, mentre per la società la novità sta nell’occupare meno spazio sul pianeta terra, consumare meno cibo e produrre pure meno rifiuti, quindi addio crisi di sovrappopolazione. Solo che qualcosa nella trasformazione fisico-corporea della coppia non va come deve andare. Un po’ satira sociale, un po’ fantascienza, e tanto humor spompato, Downsizing ha un’intuizione buffa iniziale, prosegue con un’imbarazzante ammosciarsi narrativo e visivo da circa metà film, fino ad una conclusione in cui letteralmente film, idea e afflato poetico spariscono. Comprimari raffazzonati e impalpabili. Alcune inquadrature in sottofinale tra i fiordi norvegesi sono pure tirate via. Se poi qualcuno arriva alla fine senza essere scappato, nemmeno si ricorda del pippone etico sul cambiamento climatico che soggiace tematicamente inerme alla base del film.