I volti dell'azienda e quelli del pallone, una ex tronista e una ex candidata a Miss Italia. Poi gli indagati per voto di scambio o per corruzione elettorale e i condannati per sperperi nella gestione di un ente. Ma anche Antonio D'Alì, di nuovo a processo con l’accusa di concorso esterno a Cosa nostra. Va così componendosi la lista elettorale del centrodestra
I volti dell’azienda, quelli del pallone come Adriano Galliani, una ex candidata a Miss Italia, e poi Luigi Cesaro, già blindato nonostante l’accusa di voto di scambio alle ultime elezioni regionali. Ma anche Franco Rinaldi, condannato nel processo ‘Corsi d’oro’ e imputato nel processo ‘Matassa’ per corruzione elettorale. Oppure Urania Papatheu, manager catanese condannata in primo grado per sperperi nella gestione dell’ex Ente fiera di Messina. Senza dimenticare Antonio D’Alì, per cui la Cassazione ha ordinato un nuovo processo con l’accusa di concorso esterno a Cosa nostra. Va così componendosi la lista elettorale del centrodestra, con i nomi scelti da Silvio Berlusconi e le trattative che proseguono tra la task force di Arcore, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Nonostante la coalizione conti di aumentare e di parecchio il numero dei parlamentari rispetto a questa legislatura, non mancano già gli scontenti. C’è Giovanni Toti, arrabbiato per i candidati paracadutati nella sua Liguria, dove si è visto bocciare le due proposte – Ilaria Cavo e Marco Scajola, nipote di Claudio – per far spazio a Lorenzo Cesa e allo scudocrociato della Udc.
Il cognato di Genovese – Ma anche a Messina c’è polemica sulle candidature. Nel collegio uninominale Barcellona Taormina ci sarà infatti Franco Rinaldi, cognato del deputato nazionale Francantonio Genovese e zio di Luigi Genovese, deputato regionale all’Ars dallo scorso autunno e già indagato. Tra gli azzurri non tutti hanno preso bene la presenza di un altro parente di Francantonio Genovese, detto “mister ventimila preferenze“, già condannato in primo grado a 11 anni di reclusione nel processo sui corsi di formazione regionale. Tra l’altro anche Rinaldi, ex deputato all’Ars, è già stato condannato nel processo ‘Corsi d’oro’ ed è imputato per corruzione elettorale.
La miss e la manager condannata – Nello stesso collegio dovrebbe essere candidata anche Elisabetta Formica, figlia di Santi, ex deputato e assessore regionale, recentemente indagato perché aveva provato a blindare il suo patrimonio per evitare che la Procura regionale della Corte dei conti lo aggredisse dopo una sentenza di condanna. Fa discutere anche la scelta di far correre nel proporzionale per Montecitorio Matilde Siracusano, ex aspirante miss Italia nel 2005 blindata dell’ex ministro Antonio Martino e già assistente parlamentare di Mariano Rabino, deputato di Scelta Civica. Come quella della Papatheu, manager condannata in primo grado per la gestione dell’ex Ente fiera di Messina e da sempre vicina all’area del coordinatore azzurro Gianfanco Miccichè.
Cesaro, l’indagato per voto di scambio – E poi c’è “a purpetta“, ovvero Luigi Cesaro. In Campania, scrive il Corriere della Sera, una parte di Forza Italia non cela il malumore per il suo strapotere e le candidature dei suoi fedelissimi: Ermanno Russo, Carlo Sarro e Antonio Pentangelo. Cesaro è indagato per reati che sarebbero stati compiuti tra il maggio ed il giugno del 2015, in occasione cioè delle ultime elezioni regionali. Tra gli episodi contestati c’è la presunta raccomandazione di un praticante per entrare in uno studio legale che Cesaro avrebbe promesso ad un elettore in cambio di voti per il figlio Armando – anche lui indagato – ma anche il pagamento di abbonamenti ad alcuni elettori alla piscina di Portici di proprietà dei Cesaro.
Tra i fedelissimi di Cesaro con un seggio pronto figura appunto Carlo Sarro. Anche lui fu indagato per turbativa d’asta perché coinvolto nell’inchiesta sulla gara di affidamento del servizio di manutenzione delle reti idriche di alcuni comuni delle province di Napoli e Salerno, che portò all’arresto di 13 tra presunti affiliati o fiancheggiatori del clan dei Casalesi . Nel 2015 Rosy Bindi aveva chiesto le dimissioni di Sarro dalla commissione Antimafia, ma un anno fa il gip del Tribunale di Napoli Egle Pilla ha deciso l’archiviazione dell’accusa.
D’Alì, un nuovo processo – Forza Italia al Senato candida anche Antonio D’Alì, che dovrà essere processato nuovamente in appello per concorso esterno a Cosa Nostra. Lo ha ordinato la corte di Cassazione appena quattro giorni fa, il 23 gennaio, annullando con rinvio la sentenza di assoluzione per le contestazioni successive al 1994 e di prescrizione per i reati a lui imputati antecedenti a quella data. Come ha raccontato ilfattoquotidiano.it la prescrizione era scattata perché per la corte d’appello di Palermo il senatore ha contribuito al rafforzamento di Cosa nostra almeno fino al 1994. Per i pm, D’Alì avrebbe avuto rapporti con le cosche e con esponenti di spicco dell’organizzazione come il superlatitante Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga e Francesco Pace, fin dai primi anni ’90, e avrebbe cercato l’appoggio elettorale delle “famiglie“. Il politico avrebbe poi svolto un ruolo fondamentale nella gestione degli appalti per importanti opere pubbliche. Dei presunti collegamenti di D’Alì con le cosche hanno parlato vari pentiti, ritenuti attendibili dai giudici d’appello.
I volti dell’azienda – Silvio Berlusconi punta poi sui suoi fedelissimi. La parola d’ordine e avere truppe fidate per i vari ed eventuali scenari di governo. Così tra le new entry spunta Galliani, l’ex ad del Milan che ha già rassegnato le dimissioni dal vertice di Mediaset Premium perché per lui si prospetta un posto a palazzo Madama. Ma ci sarebbe un seggio certo anche per il vicepresidente della Fininvest, Pasquale Cannatelli. Sempre al Senato dovrebbe essere candidato pure l’ex direttore di Panorama, Giorgio Mulè.
Le quote rosa – E non c’è solo la ex aspirante Miss tra le donne del centrodestra. Repubblica inserisce nelle liste anche la già pasionaria di sinistra allo Zen, Rosi Pennino, e l’ex tronista di Uomini e donne, Ylenia Citino. Ma non solo. A Palermo saranno candidate Adelaide Mazzarino, moglie del forzista Eusebio D’Alì, e Domitilla Giudice, figlia dell’ex deputato Gaspare. Certe poi le candidature delle deputate uscenti, dalla Prestigiamo alla Giammanco, dalla Carfagna alla Brambilla, dalla Gelmini alla De Girolamo, lasciando un posto anche alla fedelissima collaboratrice di Berlusconi, Licia Ronzulli.
Il nipote di Vespa e l’avvocato del divorzio da Lario – In corsa resterebbero anche Andrea Ruggeri, nipote di Bruno Vespa dato come capolista nel proporzionale alla Camera, in Abruzzo, all’Aquila. Sempre in Lombardia si parla invece della candidatura di Andrea Barachini, giornalista del Tgcom Mediaset, di recente nominato responsabile della comunicazione tv di Berlusconi, ma anche Federica Zanella, ex giornalista sportiva di Telelombardia. Un collegio dovrebbe spuntarlo pure Francesco Ferri, che attualmente guida il Centro studi del Pensiero liberale e, forse sempre in Lombardia, l’avvocato patrimonialista Cristina Rossello, esperta di diritto societario, che ha assistito Berlusconi nel divorzio da Veronica Lario.
Lotito con Forza Italia – E’ tornata a circolare con insistenza infine la voce di una candidatura blindata per il presidente della Lazio e della Salernitana, Claudio Lotito, in quota Forza Italia e non con la quarta gamba: per lui ci sarebbe un posto nel proporzionale al Senato in Campania (collegio Avellino-Benevento-Caserta), dietro la moglie di Clemente Mastella, Sandra Lonardo in corsa invece con Noi con l’Italia-Udc. Mentre Vittorio Sgarbi dovrebbe sfidare Luigi Di Maio a Pomigliano, con un paracadute nel proporzionale in Emilia. Tra le new entry potrebbe ritornare in Parlamento pure Melania Rizzoli, già deputata del Pdl e vedova dell’imprenditore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli. Continua anche il corteggiamento all’atleta paralimpica calabrese Giusy Versace, nipote dello stilista Gianni.
Bossi candidato – Nella liste della Lega sembra sembra sempre più probabile un posto per Umberto Bossi. Che tra il Senatur e Salvini non ci sia feeling ormai è cosa nota, ma Bossi alla fine sarà ricandidato e traslocherà a Palazzo Madama dove pare voglia correre anche lo stesso segretario del Carroccio. Quanto a Fratelli d’Italia, il partito della Meloni ha preferito, spiegano, dare spazio ai nomi più rappresentativi nel territorio.