Mohamed, Fatima e Kaur d’ora in poi saranno leccesi a tutti gli effetti come Salvatore, Carmela e Giovanni. A concedere loro la cittadinanza onoraria sarà l’amministrazione comunale che nei giorni scorsi ha deciso di dare a tutti i bambini di origine straniera nati in Italia e residenti nel capoluogo salentino, gli stessi diritti dei loro compagni.
Una scelta fatta dal sindaco Carlo Salvemini e dalla sua giunta che ha aderito all’iniziativa “Città Amica dei Bambini” avviata dall’Unicef. Alla fine del mese di marzo vi sarà la cerimonia di conferimento della cittadinanza per i primi ragazzi figli di immigrati, ma da sempre cresciuti nella città salentina. Una risposta concreta al Governo che non ha approvato la legge sullo Ius Soli: “A prescindere dalla infelice vicenda parlamentare – spiega il sindaco Salvemini – ritengo questo atto un passo avanti sul fronte dei diritti dei minori“.
Secondo il primo cittadino leccese, eletto a giugno dopo oltre vent’anni di governo del centrodestra, “si tratta di bambini ai quali vanno assicurati diritti, compreso quello di esercitare pienamente la cittadinanza nel paese in cui sono nati. Certo, auspico si arrivi presto all’ approvazione dello Ius Soli”. La cittadinanza, specifica Salvemini, “è una condizione che comprende diritti e doveri” ed “escludere questi ragazzi potrebbe trasformarsi in un danno per tutti: le seconde generazioni devono sentirsi parte integrante della comunità in cui cresciute, sposandone i valori laici”.
Lecce si unisce così a Milano, Torino, Bologna, Napoli, Pordenone, Crotone, Catanzaro, Perugia, Savona, Arezzo, Cremona, Ferrara, Salerno, La Spezia: sono centinaia, infatti, i comuni che hanno voluto anticipare la riforma della legge sulla cittadinanza stabilendo che tutti i bambini sono cittadini, a prescindere dalla provenienza. “Il Comune di Lecce ha aderito – continua il primo cittadino – al programma “Città Amica dei Bambini” dell’Unicef finalizzato a promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a livello locale”.
Tra le altre azioni previste c’è anche il riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati in città: “È una scelta che abbiamo fatto perché riteniamo si tratti di un doveroso riconoscimento di uguaglianza nei confronti di minori che dalla più tenera età frequentano le scuole, praticano attività sportive, spesso frequentano gli oratori delle parrocchie e parlano i dialetti delle città italiane nelle quali sono cresciuti”. Al di là della cittadinanza, l’amministrazione aderendo a questo progetto si è impegnata a favorire la creazione di luoghi e strumenti di ascolto dei ragazzi e la loro partecipazione ai processi decisionali ma anche a diffondere la Convenzione sui diritti dell’infanzia tra la cittadinanza.
“Il percorso che avviamo con l’Unicef – dichiara l’assessore alla pubblica istruzione, Patrizia Guida – è parte integrante di una visione di città che mette in primo piano i suoi futuri cittadini. L’obiettivo dell’ assessorato è quello di creare una comunità educante che prepari il bambino e la bambina a vivere con pienezza la cittadinanza e i suoi diritti e doveri”.