Dopo una notte, a tratti drammatica, per la composizione delle liste spetta al segretario del Pd che aveva definito la composizione dei collegi "devastante", prendere la parola sul caos all'interno del partito. "I candidati sono oggettivamente i più preparati e competenti e quelli maggiormente in grado di portare avanti la fiaccola della speranza che abbiamo acceso"
Dopo una notte, a tratti drammatica, per la composizione delle liste spetta al segretario del Pd, Matteo Renzi, che aveva definito la composizione dei collegi “devastante”, prendere la parola sul caos all’interno del partito. Contro le scelte si sono scagliati un po’ tutti: gli interni con la minoranza, guidata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, e dagli esterni come il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda non candidato ma in campo per la campagna elettorale, che ha chiesto un “ravvedimento” dopo aver lasciato fuori “gente seria”. Intanto l’ex presidente dem Gianni Cuperlo ha rinunciato alla candidatura a Sassuolo. “Convinti di aver messo in campo la miglior squadra per vincere le elezioni” ha detto l’ex premier all’avvio della conferenza stampa. Le prime parole sono per l’attuale presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e per il ministro dell’Interno Marco Minniti.
“I candidati sono oggettivamente i più preparati e competenti e quelli maggiormente in grado di portare avanti la fiaccola della speranza che abbiamo acceso”. “Ringrazio innanzi tutto il premier Gentiloni candidato nel Lazio e nei collegi plurinominali della Marche e Catania”. Sul ministro Claudio De Vincenti, dato per escluso, Renzi chiarisce è stato il ministro a rispondere no. “Con il ministro De Vincenti c’è stata un’incomprensione. Ci ha detto di no alla soluzione proposta. È evidente che ora vediamo se esiste spazio dopo le rinunce”.
video di Manolo Lanaro
“La stessa cosa di Giachetti (Roberto che rinunciato al proporizionale, ndr) mi ha detto Gianni Cuperlo in merito ai collegi plurinominali, ma Cuperlo me l’ha detto in modo più fine. Abbiamo pensato per entrambi due collegi nei quali siamo forti. Roberto ha accettato, Gianni ha espresso una valutazione diversa ma non c’è nessuna polemica o discussione o divisione”. Il segretario dice che non ci sono “polemiche e discussioni” e dà ufficialiazione ad alcune candidature di cui non si era parlato come quella dell’avvocatessa Elisa Toia a Milano e di Lucia Annibali a Parma. C’è poi la giornalista Francesca Barra che correrà a Matera. Teresa Bellanova, vice ministro dello Sviluppo economico ed sindacalista Cgil, correrà nel collegio di Nardò (Lecce), il cosiddetto collegio “D’Alema”. C’è poi “il maestro di strada Marco Rossi Doria nel San Lorenzo a Napoli”. “Franceschini è impegnato nella sua Ferrara ma avrà la responsabilità di guidare anche altrove la propria lista” ha poi aggiunto. “Quando vai a chiudere un elenco con meno spazi di prima c’è amarezza e dispiacere. Ma è fisiologico e umano il ricambio delle persone. Vedremo cosa fare in caso di rinunce” ha dichiarato commentando la protesta del ministro Carlo Calenda sull’esclusione di nomi eccellenti dalle liste Pd. “È impressionante scorrere l’elenco delle candidature, da quelle nuove, da chi scelto di accompagnare il Pd senza alcun paracadute, personalità del mondo civile e accademico, a chi ha scelto di provare a varcare per la prima volta l’ingresso di Camera e Senato, a chi è un politico di vecchio corso. Il vantaggio di questa legge elettorale è che vai sul territorio”. “Sono stupito da alcune ricostruzioni, ho letto di un incontro di tre ore con Orlando, falso. Nel merito, non c’è stato e non c’è nessun veto, noi abbiamo subito veti nel 2013 ma non abbiamo messo veti nel 2018, più che di veti ci interessiamo di voti – ha detto Renzi, a proposito dei rapporti con le minoranze -. Tutti i candidati in grado di vincere sono incoraggiati, abbiamo messo bravi candidati di Orlando in tante zone e a nessuno abbiamo fatto l’esame del sangue”
Renzi ritorna sulle discussione di 24 ore fa: “Amarezza personale ma c’è la possibilità di andare a vincere, non è tempo di polemiche. Lo ha detto oggi Andrea Orlando e lo diciamo anche noi”. E poi si dice ottimista annunciando che la prossima settimana sarà presentato il programma: “100 cose fatte e 100 cose da fare”. “Abbiamo preso dei no, ma sono stati belli” dice l’ex primo ministro parlando dell’immunologo Roberto Burioni. Candidato anche Francesco Boccia in Puglia: “Con cui ho avuto spesso idee diametralmente opposte”. E poi “chiedo uno straordinario sforzo al Pd e di mettere da parte le polemiche: finalmente c’è la campagna elettorale. I sondaggisti e i giornalisti hanno già votato, ora tocca votare agli italiani e credo che votino sulla base di proposte concrete. Boccia, che correrà in un collegio, mi ha fatto vedere un sondaggio degli ultimi giorni in cui siamo avanti di 6 punti mentre pensavamo di essere sotto di 10 punti“.
Alla domanda sulla candidatura della sottosegretaria Maria Elena Boschi – capolista a Bolzano e Taormina – il segretario però risponde: “Abbiamo preso di petto la questione delle banche e abbiamo candidato Padoan a Siena”. “Sulle banche andiamo in campagna elettorale a dire apertamente cosa abbiamo fatto e a dire agli altri partiti, ‘l’avreste salvate le banche o no?’ Sono sicuro che saremo il primo partito ad Arezzo, spero in tutta Italia. La partita è a due, noi e M5s” ha replicato rispondendo a una domanda sul possibile conflitto di interessi con la candidatura della Boschi. “Capolista ad Arezzo sarà Cosimo Maria Ferri” ha poi annunciato. Il magistrato è stato sottosegretario di stato alla giustizia nel Governo Letta, nel Governo Renzi e nel Governo Gentiloni.
Sulla mancata candidatura Giusy Nicolini, ex sindaco di Lampedusa Renzi parla di “stima infinita”, ma l’ex prima cittadina dell’isola simbolo dell’accoglienza ai migranti allo stato resta fuori. Infine l’ex premier lancia il guanto di sfida a Silvio Berlusconi per un confronto tv. “Io qui rilancio un appello: ci avevano chiesto confronti e duelli, io li sto ancora aspettando. Sto aspettando che Di Maio raccolga l’invito che lui mi ha fatto a novembre. Se Di Maio ha tempo, quando ha tempo noi siamo pronti a confrontarci. Il capo politico della Lega Nord si chiama Matteo Salvini, aveva detto che sarebbe venuto nel mio collegio ma poi ha cambiato idea. E poi aspetto Silvio Berlusconi che forse non fa confronti tv da Occhetto: a lui dico che lo aspetto“. “Sarà una campagna elettorale sui contenuti e non promettiamo miracoli. Non sottovalutate il Pd”. Ma non solo per il segretario dem “la campagna elettorale del Pd è contro un solo Matteo che è Matteo Salvini, non Matteo Renzi o Richetti”.