Testimoni di giustizia in Calabria, imprenditori che si sono ribellati alla ‘ndrangheta. Un’altra in Sicilia, collaboratrice di Paolo Borsellino. Ma anche la donna che denunciò la cementificazione di Capo Colonna e le irregolarità dello stadio “Ezio Scida” a Crotone. Poi il chirurgo romano che raccontò le pressioni da parte del rettore del suo Ateneo su un concorso. E a Ravenna uno dei relatori del rapporto Ecomafia 2017. Sono alcuni nomi dei candidati ai collegi uninominali del Movimento 5 stelle: una rosa che verrà annunciata lunedì 29 gennaio, termine di scadenza per la deposizione delle liste. Come Luigi Di Maio aveva annunciato, il M5s sta puntando su “nomi forti”. Oltre ai già noti, come il docente dell’università di Pretoria Lorenzo Fioramonti (aveva raccontato la sua storia di cervello in fuga a ilfattoquotidiano.it), il giornalista Gianluigi Paragone, il presidente del Forum disabili Vincenzo Zoccano e il giornalista Emilio Carelli, ci saranno altri professori, giornalisti, industriali e magistrati. Ma soprattutto ci saranno persone della società civile: simboli dell’antimafia, delle battaglie in difesa dei beni culturali o della correttezza di un concorso.

Si parte dalla Calabria, dove i 5 stelle puntano sui testimoni di giustizia. Correrà Pino Masciari, imprenditore con alle spalle una battaglia di più di 20 anni alla ‘ndragheta. Originario di Catanzaro, Masciari diventa conosciuto a metà degli anni Novanta per essersi ribellato alle cosche, denunciando alcuni esponenti di spicco della malavita calabrese e i loro rapporti con la politica e le istituzioni. Le sue dichiarazioni hanno mandato in carcere diversi boss, ma hanno anche messo in pericolo di vita lui la sua famiglia. Per questo dal 1997 è sottoposto, insieme alla moglie e ai due figli, a un programma speciale di protezione.

Accanto a Masciari ci potrebbe essere un altro imprenditore dalla storia simile, Gaetano Saffioti. Per lui è pronto il collegio di Reggio-Gioa Tauro, ma pur apprezzando l’offerta non avrebbe ancora accettato. A inizio anni ’80 Saffioti ha fondato un’impresa di costruzioni e vinto vari appalti pubblici e privati, prima che la ‘ndrangheta iniziasse a minacciarlo e a sottoporlo a richieste di estorsione tramite minacce, intimidazioni e danneggiamenti. Saffioti ha deciso di denunciare tutto alla magistratura. Con le sue dichiarazioni ha mandato in carcere 48 esponenti delle famiglie mafiose dei Bellocco, Mazzagatti, Romeo, Nasone, Piromalli e Gallico. Da 16 anni vive a sotto scorta a Palmi.

In Calabria sarà candidata a Crotone per il Senato anche l’archeologa Margherita Corrado, nota per le battaglia in difesa dei beni archeologici calabresi. Ha evitato che i resti del foro di fronte al sagrato del Santuario della Madonna di Capo Colonna finissero coperti dal cemento di un parcheggio per auto. Poi, davanti alle telecamere delle Iene, ha contestato le modalità seguite per ampliare lo stadio di calcio di Crotone. E adesso non può più lavorare perché è stata ostracizzata nero su bianco dal soprintendente delle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, Mario Pagano.

Il Movimento 5 stelle ha pensato invece a un’altra testimone di giustizia in Sicilia, dove correrà Piera Aiello. La donna denunciò gli assassini del marito Nicolò Atria, il figlio del mafioso Vito che aveva sposato appena 18enne. Atria, come il padre, fu ucciso nel ristorante della Aiello nel 1991. Dopo quell’omicidio nella donna scattò qualcosa e divenne la prima testimone di giustizia in Italia, lavorando al fianco di Borsellino. Piera Aiello è cognata di Rita Atria, testimone di giustizia suicida dopo aver appreso della morte del magistrato il 19 luglio 1992.

Nella squadra dei candidati c’è anche il chirurgo romano Pierpaolo Sileri, come rivela l’Adnkronos. Sileri denunciò pressioni da parte del rettore del suo Ateneo su un concorso. Ricercatore dell’Università di Roma Tor Vergata, insieme a un collega un anno fa raccontò della richiesta giunta da Giuseppe Novelli, affinché ritirasse il suo ricorso, accolto dal Tar, contro la chiamata in ruolo di altri due docenti, in un concorso che – denuncia Sileri – fu indetto “senza un bando“.

In Emilia Romagna in campo con il M5s a Ferrara ci sarà l’ex magistrato Ezio Roi, in prima linea nella campagna per il no al Referendum Costituzionale, mentre a Ravenna è stato scelto David Zanforlini, avvocato presidente nazionale dei centri di azione giuridica di Legambiente e relatore del rapporto Ecomafia 2017. Nelle Marche per la Camera nel collegio di Ascoli Piceno verrà scelto secondo Il Corriere della Sera Roberto Cataldi, legale che dirige una rivista telematica di informazione giuridica. Ad Ancona invece Mauro Coltorti, professore ordinario alla Facoltà di Scienze Ambientali dell’Università di Siena. Un altro accademico a Torino, dove per il Senato ci sarà Giuseppe Mastruzzo, direttore dell’International University College of Turin. Nel 2011, insieme a Stefano Rodotà, ha condiviso la battaglia referendaria per l’acqua bene comune. Un ingegnere, scrive sempre il Corriere, correrà infine a Matera: è Gianluca Rospi, presidente dell’ordine provinciale.

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