Il futuro del sistema pensionistico fa litigare (ancora) gli alleati del centrodestra. Nel cui programma definitivo, pochi giorni fa, è entrato il “superamento” della legge Fornero. Sul significato di quella formula Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sono però in totale disaccordo. In un’intervista al Sole 24 Ore, il leader di Forza Italia conferma il suo nuovo profilo da europeista e moderato e, alla domanda se sarà possibile anticipare l’accesso alla pensione rispetto agli attuali 67 anni frena: “Solo in alcuni casi, individuati con equità, e per un periodo di tempo limitato“. Il segretario della Lega non ci sta: “I patti si mantengono”, rivendica, il programma “lo abbiamo firmato tutti insieme” e dunque “la prima legge che il governo Salvini cancellerà è la legge Fornero, su questo non c’è discussione aperta possibile”. Nuovo scontro, dunque, dopo il botta e risposta sul rispetto del limite del 3% per il rapporto deficit/pil.
Al quotidiano di Confindustria l’ex Cavaliere prospetta dunque eccezioni circoscritte rispetto ai requisiti ora in vigore. “Ciò non stravolgerebbe i conti dell’Inps e non avrebbe naturalmente i gravi effetti sui conti previdenziali che si determinerebbero se invece si abbassasse l’età di accesso alla pensione per sempre e per tutti”. “Si tratta di tutelare i lavoratori che sono stati discriminati dai criteri rozzi e frettolosi adottati dalla Legge Fornero”, precisa poi il leader di Forza Italia, “che hanno sconvolto improvvisamente le attese e i programmi di vita di tante persone e messo in grave difficoltà i lavoratori più anziani, che non sono più in condizioni di lavorare, e che invece sono lasciati a carico delle aziende oppure senza reddito”.
In una intervista all’Ansa l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici, ricorda che per eliminare la riforma delle pensioni firmata da Elsa Fornero “andrebbe trovato inizialmente qualche miliardo, che poi sale a 10-15 miliardi con punte di 1,5 punti di Pil. Nell’intero periodo in termini cumulati sono 20 punti percentuali di Pil. Per un paese già con debito al 130% non è una cosa da niente”. Inoltre, aggiunge, “l’età della pensione resterebbe agganciata all’aspettativa di vita, come previsto da una delle riforme di un governo Berlusconi”, la manovra estiva del 2009.