L’impressione che ho è che quest’anno il giorno della memoria sarà celebrato con maggior vigore degli anni scorsi. Complice la nomina a senatrice a vita di Liliana Segre, ma anche complice il fatto che l’Olocausto non riguardò solo gli ebrei, ma anche i “diversi”, dagli omosessuali agli zingari ai disabili ed altri. Va tutto bene, ma andrebbe meglio se il giorno della memoria non fosse a senso unico, ma fosse eterodiretto, ossia un momento per riflettere sui massacri che si sono perpetrati in tutte le epoche e si stanno tuttora perpetrando. Sarebbe meglio e soprattutto sarebbe più onesto.
Nelle sole Americhe, sia del Nord che del Sud, tra il 1492 ed il 1890 furono sterminati un numero compreso fra i 70 ed i 115 milioni di nativi. Di gran lunga il più lungo e sanguinoso genocidio mai commesso nella storia dell’umanità. A tale proposito mi è piaciuta la recente iniziativa di Jacopo Fo di smascherare Colombo: “assassino, torturatore, schiavista”. Così come esemplare è il film di Patricio Gùzman, La memoria dell’acqua, con un parallelo fra gli eccidi dei nativi e quelli della dittatura di Pinochet.
E non mi si venga a dire che i massacri erano strettamente necessari per la conquista delle terre. Furono pianificati massacri intenzionali e perfettamente inutili ai fini della conquista. Vogliamo ricordare Wounded Knee? Oppure Sand Creek (“Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura, sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura”). Oppure vogliamo ricordare i circa 670.000 aborigeni uccisi in Australia, con l’appendice criminale dei 100.000 bambini sottratti ai nativi fra il 1930 ed il 1970 (le cosiddette “generazioni rubate”)? Od il genocidio degli armeni?
E le appendici della Seconda guerra mondiale con l’eccidio pianificato di civili a Dresda, voluto da Winston Churchill, per il quale lo scrittore Kurt Vonnegut (che a Dresda c’era) parla di 135.000 morti e le bombe americane su Hiroshima e Nagasaki con i loro 300.000 morti?
Per non parlare delle responsabilità indirette nei massacri. Come quella dell’Italia che attualmente vende all’Arabia Saudita armi utili ad uccidere civili nello Yemen. Non esistono massacri buoni e massacri cattivi, la giornata della memoria per avere un senso reale, per essere davvero credibile, dovrebbe abbracciarli tutti.
Ah, scusate, dimenticavo, lo scrittore John Toland, nel suo libro su Adolf Hitler, ricorda come il dittatore ammirasse “i campi per i prigionieri boeri in Sudafrica e quegli degli indiani nel selvaggio West; e spesso ha elogiato l’efficienza dello sterminio degli Stati Uniti dei selvaggi rossi che non potevano essere conquistati con la prigionia”. Così, tanto per unire gli eccidi.