“Dazi a protezione del made in Italy pur di difendere i lavoratori e gli imprenditori italiani”, sul modello di quanto deciso da Trump per le importazioni di alcuni prodotti cinesi. La proposta arriva dal leader della Lega, Matteo Salvini, la cui idea è che se “vuoi licenziare in Italia, produrre sottocosto all’estero e rivendere in Italia”, allora “paghi il 50% di tasse in più”. Il tutto, ha annunciato il segretario del Carroccio, “se gli italiani mi sceglieranno come presidente”. Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda in un tweet ha fatto però la tara alla promessa elettorale assegnando a Salvini “il premio per la proposta più fessa e irrealizzabile“. “Tre anni a Bruxelles a 20mila euro al mese in Commissione Commercio e non sa che i dazi li può mettere solo la Ue e che l’Italia ha un surplus (commerciale, ndr) superiore a 50 miliardi mentre gli Usa un deficit di 500″. Quindi, secondo Calenda, l’”obiettivo è distruggere il made in Italy”.
Salvini, durante il faccia a faccia di Giovanni Minoli su La7, ha affermato che l’Ungheria di Orban è un modello in quanto il leader dell’ultradestra che costruisce muri nel cuore dell’Europa per fermare i migranti “difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca l’immigrazione. Se devo scegliere un paese ben governato scelgo quello”. Poi ha lodato il presidente Usa – “Averne di Trump, sta mantenendo tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale” – ma anche la Russia di Vladimir Putin: “Le sanzioni hanno danneggiato l’Italia per 6 miliardi di euro e abbiamo perso migliaia di posti di lavoro”. Poi ha ribadito il rifiuto del tetto del 3% al rapporto deficit/pil sostenendo che quel vincolo “ha portato in Italia fame e povertà” e “se vado al governo ho il dovere di tutelare la mia gente superando questo vincolo”. Come è noto, l’alleato Silvio Berlusconi nei giorni scorsi ha però confermato che la coalizione di centrodestra intende rispettarlo.
Contrasto con l’ex Cavaliere pure sulla flat tax: “Al 23% lasci fuori la metà degli italiani e così aiuti solo i ceti medio alti. Al 15%”, che è la sua proposta, “abbatti l’evasione e aiuti tutti. Nell’arco del quinquennio l’obiettivo è arrivare al 15%. Ha funzionato in tutto il mondo ovunque è stata applicata: dalla Russia all’Ungheria agli Stati Uniti”. Ma negli Stati Uniti la flat tax non c’è.