Al via la riforma dell’Agenzia delle Entrate. Il nuovo direttore Ernesto Maria Ruffini ha avviato una riorganizzazione interna dell’ente. E ha colto l’occasione per pubblicare un “avviso per il conferimento di incarichi dirigenziali”. La candidatura (il termine è scaduto il 15 gennaio) era riservata agli interni che siano già dirigenti di seconda fascia. L’interpello per le 143 posizioni è stato pubblicato solo sulla rete Intranet dell’agenzia.
“Al fine di individuare il candidato maggiormente rispondente al profilo relativo al ruolo da ricoprire”, si legge nel documento firmato da Ruffini, “verrà effettuata una valutazione comparativa delle candidature pervenute che terrà conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati ed alla complessità della struttura interessata, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, dei risultati conseguiti e della relativa valutazione, e delle specifiche competenze organizzative possedute”. Una valutazione che sarà basata “sull’esame dei dati a disposizione dell’Amministrazione (curriculum, scheda del dipendente, valutazioni SIRIO), su eventuali colloqui individuali e su ogni altra modalità ritenuta utile ad approfondire le motivazioni degli interessati e ad apprezzarne le conoscenze e le competenze maturate”. L’attribuzione dell’incarico “potrà comunque intervenire solo dopo aver valutato con priorità la posizione dei dirigenti in servizio presso le Direzioni Centrali”. Esclusi a priori, invece, i dirigenti assunti a tempo determinato.
Secondo Pietro Paolo Boiano, segretario generale aggiunto della Dirstat, sindacato di dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, l’interpello apre la strada alla stabilizzazione dei dirigenti le cui nomine, nel 2015, sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale perché avevano ottenuto l’incarico senza averne i titoli. Le Entrate fanno sapere al contrario che è rivolto “esclusivamente a coloro che hanno già acquisito la qualifica di dirigente a seguito di un concorso pubblico”.
A dicembre nella legge di Bilancio era spuntato un emendamento che apriva la strada a un concorso ad hoc, ma la norma è scritta in modo tale da riservare di fatto molti posti ai dirigenti già in servizio e senza titolo. Le “Posizioni organizzative a tempo” attribuite ai decaduti sono state intanto prorogate fino al 31 dicembre 2018.
In una precedente versione del pezzo l’interpello era stato interpretato come aperto ai dirigenti privi della qualifica e per questo dichiarati illegittimi dalla Consulta, che in questo modo sarebbero stati stabilizzati nella propria posizione. L’Agenzia delle Entrate ha precisato in seguito che non è prevista alcuna stabilizzazione ma si tratta “una riallocazione di dirigenti già in organico tenuto conto della creazione di nuove strutture”.