So già che qualcuno mi dirà che scrivo queste considerazioni perché pieno di acredine verso un partito politico nel quale ho militato e che ho lasciato un paio d’anni fa. Le mie considerazioni non hanno nulla a che vedere con la mia vicenda personale, ma sono dettate da una grande sofferenza interiore che provo nel vedere un partito che si professa ambientalista allearsi con l’attuale Partito democratico.
Quel Pd che ha generato il referendum sulla liberalizzazione delle trivellazioni nei nostri mari, con i Verdi in prima fila a tentare di fermare tale attività. Quel Pd che ha generato il Jobs act, un provvedimento che ha illuso migliaia di lavoratori, invischiandoli a vita in una precarietà lavorativa pari solamente all’epoca ante guerra. Anche allora ti licenziavano e ti riassumevano a seconda della necessità del momento, senza tutelare una continuità di lavoro, che sarebbe invece basilare per poter dare stabilità ai giovani ai fini di creare nuove famiglie. E anche qui i Verdi erano contrari. Quel Pd che ha emanato decreti salva Ilva, sempre a scapito della salute dei lavoratori e dei cittadini tarantini, perché il lavoro, si dice, è importante, addirittura più della salute stessa parrebbe.
E anche qui i Verdi in prima fila a tentare di contrastare tali provvedimenti, con un portavoce, Angelo Bonelli, che rappresenta un eroe in questa battaglia, arrivando addirittura a subire minacce gravi. E, ora, l’alleanza con questo Pd. Con lo stesso Pd che ha generato le battaglie primarie sopra citate. Ma mi chiedo, che senso ha? Quale coerenza può esserci in un’alleanza del genere? Chi vive l’ambientalismo, aldilà dell’appartenenza o meno a qualche partito, non può concepire un’alleanza simile. Poi ci si chiede come mai i Verdi in Italia non hanno seguito. Ma finché si inseguono alleanze solamente per cercare di entrare in Parlamento, con la scusa di dire :” Se non entriamo non possiamo cambiare nulla”, non si può parlare di conversione ecologica, non si può parlare di coerenza politica. Un movimento ambientalista deve restare ancorato a certi principi basilari e solo con questo presupposto si possono costruire alleanze con altri movimenti o partiti.
Questa alleanza con questo Pd non è coerente con quanto si trova nel Dna di un verde vero; appare ai miei occhi, ma temo agli occhi di molti elettori di area “verde” come l’ennesimo tentativo di arrivare a qualche seggio barattando l’anima ecologista. Non sono un duro e puro, ma non si possono svendere i principi fondanti di un movimento nato per tutelare l’ambiente, la salute e il lavoro dignitoso. So benissimo che la vita è fatta di compromessi, ma ci sono limiti oltre i quali non è concepibile spingersi oltre. E, in questo caso, tali limiti sono stati largamente oltrepassati. Con il pianto nel cuore, anche se queste mie riflessioni daranno fastidio a molti dei miei ex compagni di viaggio che mi criticheranno accusandomi di essere astioso e cattivo, cari Verdi, vi dico che gli ex Verdi siete voi.
Siete entrati pienamente nell’alleanza dei falsi ambientalisti, di coloro che costruiscono inceneritori per decreto, di quelli che difendono gli interessi bancari a piè sospinto ai danni dei piccoli risparmiatori e così via con altre cose in netto contrasto con la filosofia “verde”. A questo punto, sono quasi sicuro che qualche seggio lo otterrete, poiché magari prenderete più voti di prima, dato che vi aggiungerete alla schiera di cavalieri serventi gli interessi sopra citati. E allora, vi loderete tra di voi, perché finalmente sarete tornati in Parlamento. Ma, che ne resterà del sole che ride? Una pallida luce a illuminare un percorso che di verde non avrà più nulla. Che tristezza nel cuore, davvero una grande tristezza.