“L’euro era una moneta sbagliata prima ed è una moneta sbagliata oggi. Abbiamo candidato Borghi e Bagnai per dare una mano agli italiani per il giorno dopo. O l’Europa cambia o non ha senso che l’Italia rimanga in questa gabbia”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, ospite di Faccia a Faccia (La7), risponde a Giovanni Minoli sulla sua visione dell’Unione Europea. E aggiunge: “Il mio obiettivo sarebbe di cambiare i trattati. Devo mettere in sicurezza gli italiani e sono pronto a tutto. Ora l’Italia paga 8 miliardi di euro all’anno e in cambio ci riempiono di immigrati. In Italia” – continua – “c’è mezzo milione di clandestini in giro indisturbati, che portano scontro sociale e sono un rischio per la nostra società. Io scelgo il modello austriaco e quello ungherese. Il premier ungherese Orban, all’interno di un moderatismo e popolarismo europeo, difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca l’immigrazione. Se devo scegliere un paese che, secondo me, è ben governato scelgo quello”. Salvini si sofferma anche sul presidente degli Usa: “Trump sta mantenendo tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale: ha vinto le elezioni, dicendo: ‘Prima l’America’. E difende le aziende e gli operai americani. Quindi, averne di Trump. Meglio lui o Putin? Stimo entrambi, perché difendono la loro gente. Ecco perché io, nel mio piccolo, dico: ‘Prima gli italiani'”. Il capo del Carroccio applaude le parole del magistrato Nicola Gratteri sull’immigrazione e sui provvedimenti di Minniti. E definisce il procuratore di Catanzaro ‘ministro del governo Salvini’. Su Berlusconi dichiara: “Lo conosco da poco, ma ha una grande forza. Firmerei carte false per arrivare alla sua età con identica energia. In Europa Berlusconi accetta il vincolo del 3%? Io no. Quel vincolo ha portato in Italia fame e povertà. Se vado al governo, ho il dovere di tutelare la mia gente superando anche questo vincolo. Per venti anni ci hanno detto che bisognava tagliare, tagliare e sacrificare e il debito è cresciuto a dismisura. Bisogna fare il contrario, lasciare che la gente lavori, che spenda e che paghi”