Il nome dell'ex ministro delle Riforme si materializza al numero uno negli elenchi per il plurinominale - in teoria già chiusi - di ben tre collegi sull'isola. C'è la lista per la Camera di Messina - Enna, che include anche la città di Taormina, ma pure quella di Marsala - Bagheria, che abbraccia la provincia di Palermo e una fetta del Trapanese, e poi la lista per il collegio di Ragusa - Siracusa. Il partito in Regione in subbuglio: "Lo abbiamo appreso dal sito"
La candidatura di Maria Elena Boschi? “Sarà presente in diversi collegi e in diversi territori” Quali? “Sarà capolista anche in zone in cui ha avuto modo di lavorare nell’attività di governo, per esempio a Taormina dove è stata organizzatrice del G7 delle donne”. Parola di Matteo Renzi che in questo modo ha anticipato in conferenza stampa la decisione di piazzare la sottosegretaria del governo di Paolo Gentiloni anche in posti diversi dal seggio blindato all’uninominale di Bolzano.
Passano pochi istanti e le liste sul sito del Partito democratico vengono aggiornate. Il nome dell’ex ministro delle Riforme si materializza al numero uno negli elenchi per il plurinominale – come fa notare livesicilia.it – di ben tre collegi in Sicilia. C’è la lista per la Camera di Messina – Enna, che include anche la città di Taormina, ma pure quella di Marsala – Bagheria, che abbraccia la provincia di Palermo e una fetta del Trapanese, e poi la lista per il collegio di Ragusa – Siracusa. In pratica i tre angoli principali dell’Isola. Al netto del G7 delle donne, dunque, in che modo Boschi si è impegnata in “attività di governo” per la Sicilia sud orientale? E per le province di Palermo e Trapani? Mistero, visto che Renzi oltre Taormina non va. E d’altra parte non spiega neanche perché Boschi è la capolista del collegio lombardo Cremona – Mantova, e poi – sempre al plurinominale per la Camera – in quello Guidonia – Velletri, nel Lazio.
Di sicuro c’è solo che dopo il triplice inserimento della sottosegretaria al vertice delle liste in Sicilia, il partito sull’isola è in rivolta. I dirigenti regionali ufficialmente non parlano, ma fonti auterevoli fanno filtrare il loro disappunto per quello che definiscono un “atto di bullismo“. “Abbiamo appreso che Boschi sarebbe stata candidata in Sicilia solo dalle liste pubblicate sul sito del partito. Una decisione che non è stata votata da nessuno e che quindi viola il nostro statuto“, dicono dai vertici regionali dem, facendo notare come sull’isola il partito sia ormai “una pentola a pressione“.
In giornata vari esponenti della base del partito si sono dati appuntamento in una serie di assemblee autoconvocate nelle segreterie dei leader locali, mentre non parla, per il momento, il segretario regionale, Fausto Raciti. Il numero uno del Pd in Sicilia, infatti, è colpito personalmente dall’atto di bullismo del Nazareno: per fare posto alla Boschi, infatti, il nome di Raciti è scivolato al numero due del collegio di Ragusa e Siracusa. A Messina viene retrocesso, invece, il rettore Pietro Navarra, mentre nel collegio Marsala – Bagheria si deve accontentare della seconda piazza Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd e renziano di stretta osservanza.
In teoria se Boschi dovesse essere eletta nel collegio di Bolzano non ci sarebbero problemi: le liste per il proporzionale scorrerebbero senza creare ulteriori terremoti. La triplice candidatura della sottosegretaria, però, fa nascere più di un sospetto nei vertici siciliani del partito: non è che per caso il seggio altoatesino non sia poi così blindato, dopo l’imposizione dell’ex ministra? Senza considerare che all’interno del Pd si ragiona su quanti voti potrebbe costare al partito la “calata” da Roma della Boschi. “La verità – dicono fonti autorevoli del Pd – è che hanno deciso di nasconderla qui. E questo la dice lunga dell’idea che Renzi ha della Sicilia: un posto in cui può fare quello che vuole. Ma gli elettori non sono stupidi“. Gli stessi elettori ai quali, secondo il segretario, dovevano essere affidati i destini della sua fidata ex ministra delle Riforme. “Un politico si fa giudicare dai cittadini, saranno gli elettori a giudicare non solo Maria Elena Boschi ma tutti noi. Saranno gli elettori a decidere se Boschi debba essere riportata in Parlamento oppure no”, diceva Renzi nei giorni caldi in cui il lavoro della commissione parlamentare sulle Banche emergeva l’attività di Boschi in difesa di Etruria, l’istituto di credito vicepresieduto dal padre Pier Luigi. Già gli elettori. Ma Renzi non aveva specificato quali.
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