“Comando io in Libero Uguali? Chi lo afferma dice baggianate però siccome siamo in un Paese libero si può dire anche le cretinate”. Così Massimo D’Alema taglia corto sulle polemiche che hanno investito anche Liberi e Uguali per la formazione delle liste elettorali. Paracadutati da Roma nei territori, come lamentato dai militanti di ‘Possibile’ e con l’esponente abruzzese di LeU Gianni Melilla che ha parlato di ‘centralismo democratico’ sottolineando che ‘neanche col Porcellum andò così’. “Civati non se ne andato quindi la polemica è finita” afferma il Lider Maximo. I sondaggi vi danno inchiodati intorno al 6%, Grasso manca di efficacia? “Gli altri hanno un volume comunicativo molto maggiore del nostro, poi c’è ancora una grandissima massa d’incerti, che poi possiamo ancora di raccogliere, vedremo dove arriviamo – afferma D’Alema, lasciando la sede di LeU, dopo una riunione che ha visto la partecipazione di Bersani, Fratoianni, Speranza, Nichi Vendola e del Presidente Grasso – i sondaggi poi negli ultimi anni hanno avuto in comune sempre un dato: che sono stati tutti sbagliati, quindi vanno presi con una certa cautela”. Dopo il voto c’è rischio di un governo di larghe intese Pd-Forza Italia? “Rappresenterebbero il 35% del Paese, quindi non mi sembra proprio si possa parlare di larghe intese, cioè non avranno i numeri per governare l’Italia. Col 35% non si governa” e dunque cosa accadrà, ci sarà un ‘governo del Presidente’ come da lei auspicato? “Non lo so cosa accadrà” si conceda D’Alema.